Messina
Un funerale molto dibattuto. Numerosi e differenti passaggi hanno caratterizzato l’estremo saluto alla madre del boss Pietro Nicola Mazzagatti, 56 anni, sottoposto al regime del carcere duro. Ha chiesto l’autorizzazione a partecipare alle esequie, che si terranno lunedì a Santa Lucia del Mela. Durante il rimpallo di decisioni tra autorità competenti, la Questura di Messina ha ordinato prima di eseguire la funzione in forma strettamente privata, direttamente al cimitero della stessa cittadina tirrenica, intorno alle 4 del mattino. Poi il responso definitivo: “no” alla partecipazione di Mazzagatti, difeso dall’avvocato Salvatore Silvestro, del Foro di Messina. Quindi, nuovo tira e molla e altra deliberazione del questore Mario Finocchiaro: la funzione religiosa per la madre di Pietro Nicola Mazzagatti può tenersi in chiesa, alle 15, ma al corteo funebre possono partecipare solo i familiari.
Riavvolgendo il nastro, il difensore di Mazzagatti ha presentato istanza alla Corte d’assise di Messina, chiedendo che potesse prendere parte alle esequie. Il presidente Mario Samperi ha concesso il permesso di recarsi presso la chiesa Sacro cuore di Santa Lucia del Mela, accompagnato dalla scorta della polizia penitenziaria e piantonato per tutta la durata della funzione. Ed ha altresì disposto l’utilizzo di mezzi di coercizione fisica a giudizio della direzione della Casa circondariale in cui il 56enne è ristretto. Poi si è espresso il ministero della Giustizia, che ha posto il veto, in nome di «motivi di sicurezza» e della «elevatissima pericolosità sociale del soggetto (ai vertici della famiglia barcellonese, operante sul territorio della fascia tirrenica, riconducibile a Cosa nostra) e la probabile presenza in loco di numerosi familiari e affiliati».