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Il voto regionale agita le ambizioni accorintiane

Il voto regionale agita le ambizioni accorintiane

Le recentissime elezioni regionali generano inevitabili strascichi negli enti locali, laddove si riflette o ci si interroga su ciò che il voto ha politicamente detto, ma anche rispetto a quanto potrà accadere in prospettiva nelle prossime competizioni, le Politiche, ma soprattutto, come nel caso di Messina, le Amministrative del 2018.

Da Firenze, dove si trovava per partecipare alla convention dei sindaci “Unity in diversity”, il sindaco Renato Accorinti ha commentato i dati emersi dalle urne, dedicando un attacco frontale al candidato più votato della circoscrizione messinese, Luigi Genovese: «Ho visto cose che voi umani...ha 21 anni, e io, che non ha nulla contro di lui, ci mancherebbe, non conosco il volto di questo ragazzo. Un giovane che non ha fatto un giorno di politica in città, non lo conosce nessuno: ma ha preso più voti di tutti i candidati siciliani, tutti. Com’è possibile?». Anche se in realtà, il più votato dell'Isola è stato il catanese Luca Sammartino, con oltre 32 mila preferenze raccolte. Parlando poi del padre Francantonio, il primo cittadino ha aggiunto: «Genovese era del Pd: ha tre processi, in uno già gli hanno dato in primo grado 11 anni, al cognato 6, alle due mogli 5. Ha avuto 2 anni agli arresti domiciliari, 7 mesi di carcere. Esce, e passa dal Pd a Forza Italia. Poi chiede ai suoi consiglieri comunali, del Pd, di passare dall’altro lato. E in 10 lo hanno seguito». Parlando della città ha proseguito: «Messina io la paragono al Sudamerica, è sottoposta ad un controllo totale, tra massoneria e mafia. La mia elezione è stata molto più che un’anomalia, con una lista singola al ballottaggio ho vinto contro chi aveva già preso il 49,94% al primo turno. In pratica è come se fai al salto in lungo uno stacco di 50 metri».

A distanza di oltre quattro anni, nelle parole di Accorinti resta la sensazione di un’impresa. Più di una voce lo vorrebbe pronto a rilanciare l’impegno, non ha mai confermato apertamente questa volontà rimandandola sempre a valutazioni e aspettative dei gruppi che lo hanno sostenuto lungo il percorso amministrativo. E in questo senso, sono diversi coloro vicini al “sindaco scalzo” ad avere confermato l’intenzione di riprovarci. In ultimo il vice sindaco Gaetano Cacciola. La convinzione è che per dare seguito al percorso gestionale, secondo la valutazione dell’attuale Amministrazione, servirebbe almeno un altro mandato per raccogliere i frutti dopo la “semina” del primo quinquennio. Proprio l’assessore alla Mobilità, tra i più apprezzati dell’odierna squadra di governo, potrebbe essere l’uomo individuato per rilanciare la sfida, provando a sfruttare, ancora una volta, le spaccature che potrebbero determinarsi negli schieramenti “tradizionali”, anche alla luce del voto dello scorso 5 novembre. Una scommessa, ma alla fine lo era anche quella del 2013, poi rivelatasi a sorpresa vincente.

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