La fascia tirrenica compresa tra Villafranca e Barcellona si conferma un importante “granaio” per chi aspira a conquistare un prestigioso scranno a Palazzo dei Normanni. I tre candidati eletti del centrodestra (Tommaso Calderone, Antonio Catalfamo e Pino Galluzzo) hanno infatti costruito il loro “pacchetto” di voti riuscendo a raccogliere quanto necessario nei vari comuni, con una incidenza diversa sulla scorta della radicalizzazione in quel centro, ma comunque con ciò che occorre per fare il salto di qualità. E tutti hanno posto come base ovviamente la città di riferimento, Barcellona, dove Calderone ha superato la barriera dei 3000 voti, Catalfamo quella dei 1500, mentre Galluzzo si è fermato a poco meno di 700. E se Calderone alla fine ha registrato preferenze record, posizionandosi subito dietro il collega di partito Genovese jr, i “numeri” di Galluzzo e Catalfamo sono stati “normali”, tali da consentire di staccare il pass per Palermo con una somma di voti che rappresenta i due terzi delle potenzialità dell’elettorato milazzese. Ma queste sono analisi sui quali è inutile soffermarsi visto che nella città del Capo – da oltre 25 anni senza deputato (l’ultimo fu Franco Sciotto) – tornano, con gli allegati rimpianti, ogni fase post-elezioni. Vale la pena semmai soffermarsi sul fatto che, quasi sempre, con l’eccezione forse di Catalano, che le candidature milazzesi arrivino in extremis, ovvero qualche mese prima dell’inizio della campagna elettorale e ciò forse finisce per trasformarsi in un boomerang per chi fa la scelta. Mancherebbe insomma quella che può definirsi la “costruzione” della candidatura. Cosa che ha caratterizzato, per rimanere nei tre neoeletti di questo territorio, sia Calderone che Galluzzo che lo stesso Catalfamo.
Tutti e tre sono new entry all’Ars, ma il loro percorso politico parte da lontano. L’avvocato penalista barcellonese, dopo aver partecipato attivamente, ma senza scendere in campo direttamente, alle ultime campagne elettorale sia a livello comunale sia a livello regionale, tre anni fa ha deciso di puntare a Palazzo dei Normanni creando un progetto che si è strutturato nel tempo, con il contributo di tante persone che hanno sposato il programma a sostegno del territorio messinese. Si spiega così il consenso ottenuto a Villafranca, a Torregrotta, a San Pier Niceto, nella valle del Mela e a Milazzo, dove a parte l’ex sindaco Carmelo Pino è stato il più votato.
Stesso discorso vale per Pino Galluzzo, genero dell’imprenditore dei trasporti Peppino Lucchesi, che è stato sicuramente il suo principale sostenitore, e che dopo le esperienze di consigliere provinciale e una candidatura alle Europee, ha puntato tutte le fiches sul Parlamento siciliano, sfruttando una presenza sul territorio non solo del Milazzese e della valle del Mela, dove praticamente ha sede l’azienda di famiglia, ma anche nell’hinterland nebroideo e nella riviera jonica.
E in silenzio ha preparato la sua candidatura, da almeno due anni, anche l’avvocato Antonio Catalfamo intenzionato a seguire le orme del padre, il dermatologo Saro Catalfamo, già assessore provinciale e candidato a sindaco a Barcellona. Prima di ufficializzare la candidatura nel centrodestra è stato alla guida di una associazione dal nome eloquente: “Prima il territorio”. Ha riscosso notevoli consensi soprattutto tra i giovani dell’asse Villafranca-Milazzo, ma determinante è stata anche l’abilità del padre. Insomma, non si diventa deputati per caso.
Un ultimo dato di riflessione. Il comprensorio milazzese ha comunque deciso di dare un segnale di cambiamento, non solo per quel che concerne i propri rappresentanti a Palermo, ma soprattutto per la connotazione politica. E ciò nonostante molte Amministrazioni, come Milazzo, ma anche Villafranca, Torregrotta, valle del Mela, San Pier Niceto, siano marcatamente di centrosinistra.