Percepivano contributi erogati dalla Comunità europea per indurli ad abbandonare l'attività di pescatore professionale avviandone un'altra. Ma dopo aver intascato il denaro, circa 40.000 euro, riprendevano il vecchio lavoro convinti di farla franca. Ma Sezione Operativa Navale della Guardia di Finanza di Milazzo, partendo da alcune anomalie riscontrate nelle indagini, ha individuato e denunciato all’Autorità Giudiziaria dieci persone residenti nei comuni della fascia tirrenica della provincia di Messina. L’attività d’indagine, durata quasi un anno ed avviata sulla base di un lavoro di analisi svolto a livello centrale dai Reparti Speciali del Corpo ha consentito di scoprire che ben dieci delle quindici posizioni passate al setaccio dalle fiamme gialle di Milazzo avevano disatteso totalmente gli obblighi previsti dal bando europeo, pur avendo riscosso il contributo europeo.
Il bando, allo scopo di ridurre i danni provocati dalla pesca, prevedeva l’erogazione di un contributo di 40 mila euro a favore del pescatore professionista che avesse cessato la propria attività, intraprendendone una nuova in un diverso ambito produttivo dopo aver consegnato il tesserino professionale. Così è risultato che una persona, dopo aver lasciato la cooperativa di pescatori per la quale lavorava, ha intascato il contributo europeo e si è fatto assumere dalla ditta che gestisce le pulizie per la cooperativa stessa ma di fatto aveva ripreso il vecchio lavoro. Tutti gli altri invece risultavano ancora disoccupati ma in realtà avevano ripreso il mare, anzi non lo avevano mai lasciato.
L’attività della Guardia di Finanza, se le risultanze investigative saranno confermate dall' Autorità Giudiziaria, consentirà di recuperare complessivamente circa 400 mila euro.