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La rivoluzione messinese all'Ars

Il sigillo della “dinastia” Genovese Nel Pd c’è il boom degli accademici

Solo due su undici ce l'hanno fatta, ed una sola, Valentina Zafarana con le sue forze. Il drappello messinese all'ARS è stato rivoluzionato dalla bufera innescata dal centrodestra e dai cinque stelle, ma numericamente non ha perso sostanzialmete rappresentatività.
Sette su dieci saranno nella maggioranza di Musumeci, sono i due forzisti Luigi Genovese, che con 17359 preferenze è il più votato di Forza Italia in tutta l'isola ed il terzo assoluto dopo il dem catanese Luca Sammartino e il pentastellato siracusano Stefano Zito, e poi Tommaso Calderone, uno dei 5 rappresentanti del territorio provinciale. Sempre dalla lista di Forza Italia, primo partito in provincia, la seconda delle confermate, anche lei una donna ed è Bernadette Grasso che usufruisce del pass garantito dal listino del presidente, ma porta comunque 6000 voti alla causa berlusconiana. Fra i sei che hanno beneficiato del premio di maggioranza anche Elvira Amata di fratelli d'Italia che però nella sua lista arriva terza con 2700 voti.
A spuntarla, proprio nel raggruppamento ceh fa riferriemnto a Giorgia Meloni – è Antonio Catalfamo, come calderone di Barcellona, che ha vinto al fotofinish la gara dei seggi assegnati con i resti su Beppe Picciolo, Pettinato e Grioli.
Il terzo deputato regionale che arriva dalla città del Longano, ma vive a Milazzo da Sette anni, è Pino Galluzzo. Anche lui è alla prima esperienza ed è stato lui, con oltre 5300 voti, il più bravo a cavalcare l'onda di Diventerà Bellissima che in provincia ha toccato l'8%.
A chiudere il gruppo di maggioranza è Cateno De Luca che, dopo una campagna elettorale molto attiva chiude con 5418 voti che con i 4000 del suo successore a Santa Teresa Danilo Lo Giudice hanno fatto volare l'UDC.
Sono bastati 102 voti su 18 mila a far scattare il seggio di De Luca e a escludere Beppe Picciolo che aveva migliorato la sua performance personale, ma a cui non sono bastati oltre 10 mila voti.
Dall'altro lato della barricata, ma con numeri importanti ci sono poi i due pentastellati Valentina Zafarana e l'avvocato Antonio De Luca. Zafarana ha quadruplicato le preferenze e sarà al suo secondo mandato. Antonio De Luca, è andato forte sui Nebrodi ma si gode anche i 4000 della città.
E poi c'è Franco De Domenico, con Calderone la vera sorpresa politica di questa tornata elettorale. I suoi 11.000 voti valgono il terzo risultato dei democratici dell'isola, ma sono anche superiori a big della politica come Baldo Gucciardi, Gianfranco Miccichè e lo stesso Cancelleri.
E poi ci sono i grandi esclusi, coloro i quali, nonostante la gran massa di voti personali non ce l'hanno fatta. I 5000 voti di Giovanni Ardizzone non bastano a dargli un altro mandato. La super lista di Forza italia, si sapeva che avrebbe fatto vittime illustri ed alla fine con il cerino in mano sono rimasti Nino Germanà – a cui non basta 11 mila voti – e Santi Formica. A Beppe Picciolo sono mancati i voti di una Lista rimasta zoppa al'ultimo istante con una candidata che si è ritirata ma forse sono mancati anche quelli dell'uscente Marcello Greco.

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