«Amministratori dimettetevi», «Vergogna, vogliamo scuole sicure», «Basta parole, vogliamo fatti».
Sono, questi, soltanto alcune delle frasi riportate nei tanti striscioni che hanno animato, ieri mattina, la protesta delle famiglie degli studenti delle scuole taorminesi, scese in piazza in gran numero per contestare la politica della cittadina ionica che non ha risolto, sin qui, le innumerevoli problematiche dei plessi scolastici locali.
Il corteo dei genitori e dei bambini, con al loro fianco rappresentanti delle associazioni e semplici cittadini, ha sfilato da piazza Santa Caterina per tutto il Corso Umberto fermandosi, poi, sotto il Palazzo dei Giurati, sede del Comune.
La folla - davvero un fiume in piena - ha protestato, in modo pacifico, per circa tre ore, sotto l’occhio vigile della Polizia di Stato (i cui agenti sono stati coordinati dal dirigente del locale commissariato, vicequestore Enzo Coccoli), ed anche dei carabinieri. Una delegazione di genitori è stata quindi accolta al Comune dal vicesindaco Andrea Raneri e dagli assessori Salvo Cilona, Gaetano Carella e Pina Raneri. La Giunta, ultimato il confronto con la delegazione dei manifestanti, è poi scesa all'ingresso della sede comunale per discutere con la folla, che ha aspramente contestato la mancata risoluzione delle emergenze: dalla scuola media, che ancora non è stata messa a norma, all’immobile di proprietà delle Suore, dove ancora non sono stati avviati i lavori nonostante le continue rassicurazioni, sino al più che mai incerto futuro dell’ex scuola elementare. Plesso, ques’ultimo, inagibile addirittura dal 2004.
«Eravamo tantissimi, credo oltre 400 persone. Sono numeri “commoventi”, che ritengo non si siano mai visti a Taormina nonostante molti fossero fuori città per il lungo ponte del 1 novembre» commenta la presidente del Consiglio d’istituto del “Comprensivo 1”, Ornella Monforte. «Per il resto - prosegue - siamo sempre al punto di partenza. La questione del bilancio, così come ormai ci è stato ripetuto centinaia di volte, blocca tutto. Adesso ci riuniremo e valuteremo come muoverci, ma continueremo la protesta senza concederci, e senza concedere, neppure un attimo di tregua. Ad oggi non è disponibile nemmeno la palestra e chiediamo che, almeno quella, venga ripristinata, visto che è stata chiusa per un cantiere che poi non ci sarà, cioè quello prviesto dall’attuale finanziamento dei lavori per la scuola media. Ad aprile ci saranno le prove Invalsi per le terze classi della media: dove si faranno? Non si può rimanere ancora nel limbo dell’incertezza. Ci dicono che non possono darci delle date, ma noi vogliamo immediatamente chiarezza e che ci sia il coraggio, una volta per tutte, di dire come stanno realmente le cose, senza sotterfuggi e senza mezze parole».
«Questa manifestazione - ha dichiarato alla “Gazzetta del Sud” la dirigente del “Comprensivo 1”, Carla Santoro, anche lei presente al corteo - ha dato una grande lezione alla politica. Taormina è viva, si è svegliata, e, con questa protesta, è stato dato un segnale forte agli amministratori. Si è svolto tutto con un grande senso civico e di coesione sociale. Le lungaggini burocratiche non incantano più nessuno. Non siamo andati al Comune a cercare il privilegio di un favore, abbiamo chiesto quello che è dovuto ai bambini. Gli studenti hanno tutto il diritto di fare scuola in dei plessi che siano sicuri e funzionali. Le illazioni, le polemiche, o i tentativi di strumentalizzare la protesta non ci impressionano. Dicono che è tutto bloccato per la mancata approvazione del bilancio? È la vecchia maniera di fare politica, in cui si cerca di negare l’evidenza di quel che non è stato fatto, e allora si tenta di sviare l’attenzione dai reali problemi per spostarla su aspetti secondari».