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Nuova via Don Blasco,
si firma il contratto

strada piccola velocità

Dopo il porto di Tremestieri, è arrivata l’ora della nuova via Don Blasco. Un’altra firma su un altro contratto d’appalto, nella speranza che quanto viene fissato sulla carta, si tramuti davvero, nel più breve tempo possibile, in un’opera realizzata. Due cantieri, un importo complessivo superiore ai cento milioni di euro, due progetti attesi da decenni: una città che vuole cominciare a colmare sul serio le proprie carenze infrastrutturali. Da un lato, spostando l’intero traffico di attraversamento dello Stretto a Tremestieri e liberando la rada di San Francesco. Dall’altro, collegando il porto storico con la tangenziale, snellendo il traffico sulla via La Farina e contribuendo a risanare il litorale tra la Zona falcata, Maregrosso e Gazzi.

Appuntamento alle 11, oggi, nella sala Falcone Borsellino di Palazzo Zanca. Ci saranno il sindaco Renato Accorinti, l’assessore ai Lavori pubblici Sergio De Cola, il segretario-direttore generale del Comune Antonio Le Donne assieme ai vertici del Consorzio stabile Medil Scarl di Benevento, composto dalle tre ditte aggiudicatarie dei lavori. Nella stessa mattinata, in un’altra stanza di Palazzo Zanca (la sala ovale) le ditte interessate alle procedure di esproprio potranno consultare gli atti relativi ai lavori di realizzazione della strada di collegamento tra il viale Gazzi e il molo Norimberga. Per l’immediata presa visione dello stralcio del Piano espropri, come ricorda l’ufficio stampa municipale, è possibile accedere al sito istituzionale dell’Ente www.comunemessina.gov.it, alla sezione avvisi della vicesegreteria generale.

Comincerà da viale Gazzi il tracciato della nuova strada, proseguendo per via Fermi, via Acireale, il curvone Gazzi. Immaginate già di percorrerla, imboccando via Maregrosso: ecco, qui la sfida si fa ambiziosa, perché non si tratta di una semplice arteria stradale, ma di una sorta di “grimaldello”, con cui si entra in quel “mondo a parte” che finora è stato il waterfront di Maregrosso, una striscia di territorio segregata, separata dal resto della città. Si attraversa, poi, via Industriale, la copertura del torrente Zaera, l’incrocio con viale Europa e si fa ingresso nell’area Fs che un tempo era occupata dallo scalo merci, quello denominato “della Piccola Velocità”. Un altro clamoroso spreco di territorio sottratto ai messinesi. . Siamo in via Santa Cecilia, superiamo il sottopasso del ponte Fs, e sfociamo in via Don Blasco, che è solo un tratto dell’intero tragitto ma che da sempre dà il nome al progetto della nuova strada di collegamento. E da lì è un tuffo nell’azzurro, che ci porta al Cavalcavia, lungo via San Raineri, nel cuore della Falce, fino al molo Norimberga. Sono soltanto 3 chilometri 800 metri (i tre km sono tratti esistenti da adeguare, gli 800 metri sono di nuova realizzazione), ma la lunghezza stavolta è solo un dettaglio: questa è un’opera che ha un significato simbolico ancora più importante di quello concreto. È la strada che apre uno squarcio verso lo Stretto, è un inizio di rigenerazione urbana.

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