Tutto azzerato, tra assoluzioni e rinvio degli atti al pm. Ecco la sentenza della Corte d'appello che si è occupata del "caso tenda" che infiammò l'estate del 2015, quando alcuni attivisti piantarono una struttura nel giardino della via Cannizzaro tra l'Università e il Palazzo di giustizia. Arrivarono i vigili urbani e finì in parapiglia. Adesso i giudici d'appello, ribaltando la sentenza di primo grado, hanno assolto Il 40enne Sergio Runci dal reato di rifiuto di fornire le proprie generalitá, e hanno dichiarato la nullitá della sentenza di primo grado in relazione al reato di resistenza al pubblico ufficiale, contestato a Runci e alla 37enne Irene Romeo, rimettendo gli atti al pm competente. La Corte ha accolto la questione di nullitá sollevata dai difensori Guido Moschella, Goffredo D'Antona e Pierluigi Venuti per violazione del principio di correlazione fra accusa e sentenza, in quanto il fatto descritto in sentenza era diverso da quello contestato nel capo di imputazione. Infatti, mentre gli imputati erano accusati di aver spintonato violentemente l'ispettore dei vigili urbani Marcello Vita facendolo sbattere contro una palma, in primo grado erano stati condannati per un fatto diverso, cioé l'aver afferrato dai bordi la tenda in questione.
In primo grado avevano subito condanne Runci a 10 mesi e la Romeo a 6, per il reato di resistenza a pubblico ufficiale.
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