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Casa Pascoli diventa realtà e si collega al Museo Verga

Casa Pascoli diventa realtà e si collega al Museo Verga

Messina

La casa del grande poeta che visse a Messina per lunghi anni adesso rivivrà dei suoi passi lontani. Casa Pascoli a Messina è diventata realtà.

Il Comitato messinese nato nell’estate del 2010 per tutelare e valorizzare le tracce del letterato in riva allo Stretto è stato inserito nel circuito delle case-museo siciliane, grazie all’accordo con l’assessorato ai Beni culturali e con la Casa-Museo di Giovanni Verga a Catania, portato avanti con grande convinzione dall’assessore regionale ai Beni culturali Aurora Notarianni.

Il protocollo permetterà al Comitato di attivare tutti i canali già disponibili per dare concretezza ai progetti di realizzazione di una vera e propria casa-museo che raccolga le carte del poeta legate al periodo in cui ha insegnato a Messina, allocandola proprio nello stabile che Pascoli abitò, in via Risorgimento, a Palazzo Sturiale, un edificio pre-terremoto che di recente è stato splendidamente restaurato.

Una casa, fu il suo secondo alloggio nella città, che ospitò il grande poeta per anni, quando fu a Messina per insegnare all’Università Letteratura Latina. Dal 1897 al 1902. E furono, come scrisse, «i cinque anni migliori, più operosi, più lieti, più raccolti, più raggianti di visioni, più sonanti d'armonie della mia vita».

L’accordo di filiera è stato ratificato domenica scorsa a Catania tra l’assessore regionale ai Beni culturali Aurora Notarianni, il direttore del polo museale catanese Maria Costanza Lentini, l’architetto Giovanni Laudani, direttore di Casa Verga, e Piero Chillè, responsabile del Comitato “Salviamo Casa Pascoli”.

Tra le azioni concrete che l’accordo consente, anzitutto l’attivazione dei contatti con la Fondazione Museo Casa Pascoli di San Mauro Castelvecchio, paese natale del poeta, con l’Università degli Studi di Messina, per lo studio e la catalogazione del carteggio e gli scritti messinesi, e la realizzazione di tutte quelle attività di valorizzazione del sito messinese, già portate avanti da Casa Verga nel caso dello scrittore catanese. Casa Verga, inoltre, è già in contatto con altri siti siciliani.

Ecco perché il protocollo ratificato a Catania è definito “di filiera”, mirando alla valorizzazione di tutti i siti siciliani che conservano la memoria di scrittori e poeti che hanno raccontato la nostra isola. Infine, il passo più importante: l’acquisizione dello stabile di via Risorgimento.

«Servono fondi e supporto ulteriore rispetto a quello pubblico – spiega l’assessore Aurora Notarianni –, ma ci sono diverse strade percorribili da qui in poi, dall’attivazione dell’art bonus a una raccolta pubblica, anche attraverso il 5 per mille, il sostegno dell’Università e delle scuole».

Un sogno che si sta avverando quindi, per chi ha creduto di poter far rivivere in un luogo fisico quelli che lo stesso poeta definì gli anni più belli e fecondi dal punto di vista letterario della sua vita.

In questi anni gli eventi pascoliani di alto profilo, anche letterario, si sono susseguiti con cadenza intensa a Messina, e la città nel 2012 nell’ambito delle “Celebrazioni Pascoliane” ha promosso eventi tra Comune, Provincia, Università e Gabinetto di Lettura. Gli ha conferito anche la cittadinanza onoraria. Nel 2012 l’ateneo di Messina ha per esempio organizzato e ospitato un convegno internazionale di studi di altissimo profilo su “Pascoli e le vie della tradizione”. Sono stati tre giorni di approfondimenti di grande respiro per un convegno che, proponendo anche gli esiti di nuove ricerche, è stato strutturato per analizzare la multiforme portata della produzione di un autore punto di riferimento per il Novecento poetico italiano. Un’occasione accademica prestigiosa per far dialogare le diverse anime pascoliane, tra un antico “sempre nuovo” come era solito dire, e il moderno, in un ottica interdisciplinare e intergenerazionale, mettendo a confronto infatti studiosi affermati e giovani ricercatori.

Pochi sanno che il grande poeta durante la sua permanenza a Messina annotò in un suo diario di ricordi che a Maregrosso, una spiaggia della zona sud dove amava passeggiare con il suo cane Gulì, “il mare è così bello che gocciola d’azzurro”.

E sono ancor meno quanti hanno sentito parlare del testo “L’iride”, scritto dallo stesso Pascoli nell’anno 1899, ispirato dallo “spettacolo indimenticabile” di un arcobaleno di Maregrosso, di cui si potevano ammirare le “aree colonne” poggianti l’una sul lido calabrese, l’altra sul lido siciliano. L’arco – scrisse – “accavalcava lo Stretto”, lì dove scorre la “corrente del pensiero dei secoli” che unisce i due lembi di terra «né quali è più antico e nel tempo stesso più recente il senso dell’eroismo e della gloria; sulla Calabria l’indomabile e su Messina la domatrice».

Pascoli era molto di più che il “poeta delle piccole cose”, perché era anche un esperto di filosofia, che ha preso posizione a favore della scienza e del positivismo. A Messina elaborò una nuova poetica che non è riuscita a soppiantare nei ricordi quella del Fanciullino. Prima di ottenere l’incarico nell’università messinese, era una persona che spesso non riusciva a dire una parola in pubblico, era goffo. A Messina cambiò letteralmente pelle, stava molto bene, si sentiva incoraggiato, e divenne un grande oratore. Quando i colleghi di Bologna vennero a sapere del suo successo oratorio nella città dello Stretto, si meravigliarono moltissimo.

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La storia

Pascoli ottenne la cattedra di Letteratura alla facoltà di Lettere della Regia Università di Messina nel 1897. Il poeta, la sorella Mariù e il cane Gulì giunsero una prima volta il 3 gennaio 1898. Dal 1899 al giugno 1902 dimorò assiduamente in città, tenne spesso discorsi di contenuto sociale, partecipò a commemorazioni.

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