La nota di venerdì scorso dell'assessorato alla Salute in realtà ha tranquillizzato gli animi in merito alle ambulanze con il medico a bordo. Tutto al momento rimane com'è, non saranno ridotte. “La rete territoriale delle ambulanze/postazione del 118 della Sicilia – si legge – rimane in atto quella vigente, senza che siano poste in essere le riduzioni delle postazioni avanzate previste nel proprio decreto amministrativo del 31 marzo 2017.” “Questo - scrive l'assessore regionale alla Salute Gucciardi che oggi non era presente a palazzo Zanca - fino alla riorganizzazione delle rete territoriale d'emergenza”. Hanno parlato in tanti stamattina per un confronto sulle problematiche emerse, dalle difficoltà dei territori alle attese di ore nei pronto soccorso, dalla necessità di salvare qualche Punto Territoriale di Emergenza alle richieste di risparmio sugli sprechi ma non sul diritto alla Salute. Se ne parlerà con il prossimo governo regionale. Tutte le rimostranze e le aspettative saranno scritte su un documento da presentare ai candidati alla presidenza della regione. Questo quanto assicurato dal sindaco della città Metropolitana, Accorinti, che ha ribadito il suo sostegno alla richiesta corale di mantenimento delle ambulanze medicalizzate. Anche i sindacati dei medici dell'emergenza hanno ribadito il concetto che le reti tempo dipendenti non possono essere intaccate da scelte poco responsabili che possono inficiare un lavoro svolto nel territorio con tanti sacrifici. A proposito delle 30 mila firme raccolte a sostegno della vertenza, Savasta dello Snami ha annunciato che le liste saranno consegnate al prossimo governo regionale ricordando l'organizzazione di una giornata di sciopero il 24 novembre a sostegno delle richieste della categoria.Una partita ha aggiunto Mangiapane della Fimmg che si gioca anche a livello nazionale. Che il problema debba essere sentito da tutti i sindaci del territorio, ha denunciato Giuseppe Pracanica di Cittadinanzattiva, è un dato di fatto e la limitata presenza all'incontro di oggi di primi cittadini della provincia di Messina, 20 su 109, la dice lunga su quanto ancora bisogna lavorare.