Il quadro cautelare rimane sostanzialmente immutato, l’accusa regge, l’unico che ha invece registrato la restituzione delle sue quote societarie è lo psichiatra in pensione Antonio Di Prima.
Ecco il responso del tribunale del Riesame per il sequestro preventivo del valore stimato di circa dieci milioni di euro di un colosso della sanità privata a Messina, scattato per l’intero complesso immobiliare “Villa Cappellani”, di proprietà della “Immobiliare Cappellani srl”, una imponente struttura che ospita l’omonima clinica gestita dal Gruppo Giomi Spa (non destinatario di alcun provvedimento penale, l’attività sanitaria prosegue regolarmente).
Un’operazione congiunta tra Procura, Dia e Guardia di Finanza che è nata da una segnalazione per uno dei tanti rientri di capitale dall’estero, approfittando del cosiddetto “scudo fiscale”. Nell’ambito del procedimento penale aperto dal procuratore aggiunto Sebastiano Ardita e dal sostituto della Dda Fabrizio Monaco, con il supporto del capocentro della Sicilia orientale della Dia Renato Panvino e del ten col. Jonathan Pace, comandante del Nucleo di Polizia tributaria della Guardia di Finanza, sono indagati per trasferimento fraudolento di titoli e valori i fratelli Dino e Aldo Cuzzocrea, noti imprenditori farmaceutici calabresi, lo psichiatra in pensione Antonio Di Prima, originario di Canicattì ma da anni residente a Messina, ex presidente del Banco di Credito Siciliano, e poi il commercialista messinese ed ex revisore dei conti del Comune di Messina Dario Zaccone, quale ex consulente e persona di fiducia dei Cuzzocrea, che invece è accusato di riciclaggio.
Il complesso immobiliare secondo la Procura sarebbe stato acquistato con risorse allo stato non giustificate, precedentemente esportate all’estero e successivamente fatte rientrare in Italia attraverso la “schermatura” di società create ad hoc.
Il collegio del Riesame presieduto dal giudice Antonino Genovese ieri ha depositato il provvedimento dopo gli appelli presentati dai legali di fiducia degli indagati. Ecco il dettaglio.
Il ricorso di Aldo Cuzzocrea è stato dichiarato inammissibile. Il collegio poi «... in accoglimento della richiesta di riesame nell’interesse di Di Prima Antonio, annulla il decreto di sequestro impugnato limitatamente alle quote sociali di suo proprietà, disponendone la restituzione all’avente diritto». È stato invece rigettato il ricorso presentato da Dino Cuzzocrea.
All’indomani del sequestro il difensore del dott. Di Prima, l’avvocato Alberto Gullino, aveva inviato una nota per spiegare che «... il dr. Di Prima é titolare di parte delle quote della Immobiliare Cappellani, oggetto di sequestro. Ma lo è in prima persona, e - quindi - “in chiaro”, senza l’ausilio di prestanome alcuno; la titolarità diretta di tali quote, quale approdo finale di operazioni di trasferimento di quote di altre società, ne esclude - ovviamente - in radice ogni intento fraudolento, dimostrando anzi la perfetta liceità dell’operato del mio assistito».