Una giornata messinese per Nello Musumeci, tra i sostenitori e per strada, al mercato Zaera, all'interno di un coworking in mezzo ai dipendenti dell’ex Provincia, nell'auditorium Monsignor Fasola con a fianco Roberto Corona, Santino Catalano e Fortunato Romano, all'autoparco municipale con gli agenti della polizia provinciale, alle sedi di Rtp e Gazzetta del Sud (dove è stato accolto dai direttori editoriale e responsabile, Lino Morgante e Alessandro Notarstefano), dai ragazzi di “Vento dello Stretto”, per arrivare in serata fino ad un bar Rodì Milici e nel milazzese. Attorniato da decine e decine di persone.
«Non pensiamo di avere già vinto – ha ribadito spesso – è vero i Grillini credevano di avere la Regione in pugno, ma adesso che ci siamo ricompattati, facciamo paura».
Non nasconde l'ottimismo, ma sprona i suoi a fare ancora di più e vibra quando, sotto la sede del comitato elettorale di Ferdinando Croce, un gruppo di giovani urla lo slogan “Lo dice la gente, Nello presidente”.
«È geniale, ma il migliore slogan è la mia storia personale. Sono duro, libero, deciso, competente e onesto» commenta. «Il Governo Crocetta ci lascerà le macerie – ha rimarcato durante l'incontro con i dipendenti dell'ex Provincia – un esempio lampante è la riforma delle Province, su cui io sono stato sempre molto critico. Sono enti intermedi essenziali, ma bisogna delegare competenze come ad esempio la motorizzazione e i Prg, ma assegnare anche risorse economiche. Vanno invece chiusi – ha aggiunto – covi di clientela come l'Iacp trasferendone le funzioni. Bisogna dare più poteri alle Province per giustificarne l'organico».
Ovviamente non ha lesinato attacchi al governatore uscente Rosario Crocetta: «Quando i suoi hanno capito chi era dovevano correre ai ripari, soffre di isteria autoreferenziale e se penso che i deputati messinesi hanno contribuito a tenerlo in vita per fargli fare il Nerone della situazione...».
E a proposito della città Messina Musumeci ha parlato anche di ponte sullo Stretto e Autorithy, dichiarandosi favorevole all'infrastruttura e disposto a battagliare affinchè il ruolo portuale della città non sia declassato. Accanto a lui oggi hanno sfilato Totò Cordaro, designato assessore, la candidata all'Ars Chiara Sterrantino, il sindacalista Santino Paladino, all'ex consigliere comunale e candidato alla Regione Pippo Previti, all'ex presidente dell'Iacp Giuseppe Laface, l'ex deputato Carmelo Briguglio, i consiglieri comunali di Messina e Lipari, Piero Adamo e Francesco Rizzo, assieme a Ferdinando Croce. «Tutti i candidati sono presentati nel rispetto della legge – ha detto a margine dell'incontro con gli otto candidati messinesi della lista “Popolari e Autonomisti” – si tratta di una questione etica, alcuni non andrebbero candidati, ma è una questione che riguarda i singoli partiti». E a proposito di una delle candidature che ha fatto più discutere: «Non ho incontrato Luigi Genovese – ha specificato su sollecitazione – e non lo conosco, mi dicono che ha 21 anni, è uno studente in legge, incensurato, il suo bacino di voti non mi riguarda, io chiedo voti a tutti e tutti sanno che nessuno può presentarmi il conto, né avere potere di contrattazione». Musumeci ha esortato i suoi a «non rimanere chiusi nella propria identità, ad aprire le braccia a quanti altri provengono da storie diverse e avvertono il peso di una politica dissennata e mercante – ed ha aggiunto – non ho padrini che finanziano la mia campagna elettorale, se qualcuno pensa che Musumeci possa essere condizionato o fragile, sbaglia di grosso. Non ho mani legate con nessuno. I nostri alleati lo sanno e lo sanno i cittadini messinesi che stavolta dovranno esprimersi con la testa e non con la protesta, perché dopo l'attuale disastrosa esperienza amministrativa, hanno capito che non è tempo di novità come Accorinti, Crocetta o la Raggi, ma che la politica ha bisogno di competenza».