Non solo la magistratura in campo. Il caso di Giovannino, il piccolo morto al “Policlinico” cinque giorni dopo essere venuto alla luce, sarà affrontato anche dalla Direzione strategica dell’azienda ospedaliera Papardo dove è stato partorito. Pertanto, istituita una commissione d’indagine interna. Un gruppo, composto da tre professionisti del nosocomio di contrada Sperone, dovrà verificare quanto accaduto.
«Si tratta di un iter avviato dalla Direzione del Papardo appresa la notizia della morte del neonato, azione che potrà servire ad accertare i fatti. La Direzione dell’ospedale ha intenzione di procedere speditamente offrendo la massima collaborazione anche alla Procura di Messina», si legge in un comunicato ufficiale diffuso nella serata di ieri. A proposito del fascicolo aperto dal sostituto procuratore Marco Accolla, l’ultimo passaggio in ordine di tempo è stata l’autopsia sul corpicino, al termine del quale ha formulato dettagliati quesiti ai medici legali Maria Berlich e Claudia Giuffrida. L’obiettivo principale è capire se anche nei mesi della gravidanza ci sia stata una qualche sottovalutazione della situazione generale della mamma di Giovannino. Al momento, nel registro degli indagati (come atto dovuto) figurano cinque persone, ossia i componenti dell’equipe medica dell’ospedale Papardo che hanno fatto partorire la madre. Sotto inchiesta si trovano due ginecologhe, due ostetriche e un’infermiera. La puerpera ha avuto un parto naturale e non cesareo come invece auspicavano i genitori del piccolo, visto il suo peso, quasi intorno ai 5 chilogrammi. I genitori, sconvolti dal terribile evento, hanno presentato una denuncia ai carabinieri della Sazione Arcivescovado ricostruendo tutto. Sono assistiti come parte offesa dall’avvocato Nino Favazzo.