A distanza di sei anni dal crollo del ponte di Calderà, va in gara il progetto per la ricostruzione del manufatto stabile. Ormai non dovrebbero esserci più impedimento. E se saranno rispettati i tempi burocratici, la prossima estate il nuovo ponte potrebbe vedere la luce, almeno è quello che si spera. Pur seguendo una strada accidentata, l’esecutivo di Roberto Materia è giunto al traguardo finale. «Due giorni fa, insieme all’ingegnere Carmelo Perdichizzi, siamo andati dal responsabile del procedimento, l’ing. Armando Cappadonia», ha dichiarato l’assessore ai Lavori pubblici, Tommaso Pino, -«che ha seguito passo passo l’iter di questa importante opera pubblica, per procedere alla firma dello schema del bando, del disciplinare di gara e della determina a contrarre». E proprio questa documentazione è stata pubblicata ieri mattina all’Albo pretorio, in cui sono indicati gli importi: 2milioni 475mila euro a carico del Comune e 600 mila euro a carico della Città metropolitana. Ora il bando verrà trasmesso all’Urega, perché proceda all’avvio della gara. I lavori del ponte potrebbero iniziare a marzo del prossimo anno. Tutto dipenderà dall’esito della gara e dall’aggiudicazione definitiva. Il ponte di Calderà è crollato il 22 novembre 2011, l’emblema più eclatante del disastro, iniziato con le “onde anomale” nel Longano; si ricorderà all’epoca come il torrente esondò in città e lo “seguirono” tutti gli altri torrenti, provocando distruzione dalla montagna al mare. E proprio a Calderà il ponte non ha retto l’urto della potenza delle acque del Longano. Fu una catastrofe. Barcellona, in quest’area, restò bloccata e lo stesso accadde in tutti gli altri siti, dove i torrenti erano usciti fuori dai loro letti. «La ricostruzione di quel ponte – la chiusura di una ferita così profonda nel nostro tessuto urbano – è stata l’obiettivo principale che si è prefisso questa Amministrazione», ha dichiarato il sindaco Roberto Materia. Nei primi giorni di luglio 2015, subito dopo l’insediamento, l’esecutivo avviò i contatti con le altre amministrazioni coinvolte, prima tra tutte la Città metropolitana di Messina, cioè l’ente giuridicamente titolare del ponte. Furono innumerevoli gli adempimenti burocratici e tecnici, culminati con l’avvio dalla richiesta alla Ragioneria dello Stato della rimodulazione dei finanziamenti ricevuti negli anni precedenti; una richiesta esitata positivamente il 24 settembre 2015. Nominati i rup e stipulati due accordi di programma con la Città metropolitana, si è potuto chiedere ed ottenere dalla Cassa depositi e prestiti la rimodulazione di un mutuo, quale quota di partecipazione ai lavori. Poi via alle indagini geognostiche, i calcoli strutturali e i pareri dei vari enti, per l’approvazione del progetto esecutivo. Il 30 novembre 2016, la conferenza di servizi diede l’ok al progetto esecutivo, procedimento concluso con l’approvazione amministrativa da parte della giunta.
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