Prima i sussurri e le ipotesi. Poi il “tam tam” con segnali di fumo che propagavano l’allerta sulla sempre più palpabile “questione morale”. Ora i primi volti stampati sui manifesti e le certezze che quelle indiscrezioni non erano solo fondate e preoccupanti, ma riflettevano la tendenza ad abbattere tutti gli steccati etici pur di partecipare alla “giostra” delle elezioni regionali. Così la “questione morale” è diventata politica, visto che a rompere gli indugi è la più alta carica istituzionale dell’Ars. Appelli e avvertimenti sono caduti nel vuoto.
Il candidato alla presidenza del centrodestra, Nello Musumeci, aveva fiutato l’aria, spronando tutti - alleati della sua coalizione in testa - a fare una “bonifica” preventiva: «Voglio liste pulite», aveva sottolineato.
Ora, però, su quella linea di rigore gravitano sospetti e interrogativi, formalizzati da Giovanni Ardizzone - candidato sul fronte del centrosinistra - in una richiesta perentoria d’intervento inviata alla commissione nazionale antimafia: «Tanti impresentabili stanno figurando nelle liste a sostegno di quel gran galantuomo che è Nello Musumeci, il quale se ne sta facendo carico; in particolare in Forza Italia che ha riciclato persone chiacchieratissime. Chiedo formalmente che la presidente della Commissione parlamentare antimafia Rosy Bindi intervenga per verificare il lungo elenco di impresentabili. So che anche Musumeci sarebbe d’accordo con me. L’Antimafia faccia un elenco di questi soggetti».
Più o meno ufficialmente, con o senza etichette politiche, il leader del centrodestra sa che non può permettersi di avere alle spalle candidati opachi.
Musumeci, tra l’altro, in questa legislatura ha guidato la commissione regionale antimafia, riscuotendo un consenso trasversale. Le zone d’ombra nella sua coalizione potrebbero configurare un campo minato. E forse la mossa di Ardizzone potrebbe paradossalmente tirarlo fuori dal un crescente imbarazzo: «Quindici giorni fa – ribadisce Musumeci – avevo lanciato un appello a tutte le forze politiche affinchè si attenessero a scrupolosi di responsabilità nella composizione delle liste. Non serve soltanto capire una incompatibilità con il codice penale, ma occorre verificare se ragioni di opportunità politica possano spingere i partiti a invitare qualcuno a fare un passo indietro. Per fortuna in democrazia la prima selezione la fanno i partiti la seconda i cittadini». È quasi un ultimatum agli alleati.
Ma il presidente dell’Ars si è mosso anche sul fronte interno alla sua coalizione. Negli ultimi giorni il governatore Crocetta aveva sfornato una raffica di nomine di ispirazione elettorale. Una manovra stoppata ieri da Ardizzone: «Con l’approssimarsi del 5 novembre 2017 l’Assemblea regionale, in tutte le sue articolazioni, non può che limitarsi allo svolgimento di quelle attribuzioni relative ad atti necessari e urgenti, dovuti o istituzionalmente indifferibili». L’obiettivo è arginare le numerose richieste di parere inviate da Crocetta alle competenti Commissioni legislative permanenti dell’Ars.
«Come è ben noto, infatti – scrive Ardizzone nella nota – l’Assemblea regionale siciliana, nell’approssimarsi della data delle elezioni per il suo rinnovo, entra nella fase di cosiddetta prescadenza».
Per questo motivo il presidente dell’Ars ha chiesto a Crocetta «di voler puntualmente esplicitare le ragioni di necessità, urgenza e indifferibilità sottese a ciascuna richiesta di parere, così da poter consentire la legittima convocazione delle competenti Commissioni per il prescritto parere, nel rispetto delle norme e della giurisprudenza costituzionale». Senza libretto di giustificazione le nomine sono carta straccia.