L’ennesimo schiaffo ai cittadini barcellonesi e di tutta la provincia di Messina. È l’amara constatazione del consigliere comunale di Alternativa nazionale, Nicola Marzullo, a commento della vicenda riguardante il ritiro delle raccomandate, inviate dai più disparati mittenti, tra gli altri, Agenzia delle entrate, Enel e Telecom: «Se non ci trovano in casa e lasciano l’avviso nella cassetta delle lettere, non dovremo più recarci all’ufficio postale cittadino, ma saremo costretti a prendere un mezzo e a recarci nel comune di Rometta».
Una situazione paradossale che ha sollecitato il consigliere Marzullo a inviare una lettera al sindaco Roberto Materia e al presidente del consiglio comunale, Giuseppe Abbate, in modo da organizzare urgentemente un tavolo tecnico-politico-legale. «Chi ha elaborato tutto questo», ha aggiunto ancora Marzullo, «non si è curato né dei costi che si devono sostenere per raggiungere Rometta, né l’impossibilità di alcune persone, sole e anziane, per prendersi un mezzo e recarsi in questi uffici. Credo che in nessuna parte del mondo per ritirare una raccomandata, una persona deve fare circa quaranta chilometri», nella migliore delle ipotesi.
Marzullo ha riferito inoltre di essersi incuriosito a tal punto da recarsi presso gli uffici della ditta di Rometta e «ho visto uffici disorganizzati e strapieni di utenza». Il consigliere ha parlato con uno dei dipendenti, il quale gli ha riferito una notizia incredibile: anche i residenti della lontanissima Capizzi devono recarsi a Rometta per il ritiro della raccomandata. «Visto che il problema comprende tutti i residenti della provincia di Messina», ha scritto Marzullo nella sua lettera-interrogazione rivolta a Materia e ad Abbate, «è necessario organizzare urgentemente un tavolo tecnico-politico-legale con i sindaci della provincia di Messina, per risolvere questo increscioso e disorganizzato problema nel minor tempo possibile, in quanto, giorno dopo giorno i cittadini sono costretti a sobbarcarsi chilometri e spese per il ritiro di una raccomandata».
«Non ho parole per descrivere tutto ciò», ha concluso il consigliere di Alternativa nazionale, «ma ho capito quanto siamo diventati ridicoli», è l’amara constatazione finale