Messina

Venerdì 22 Novembre 2024

Estorsione, scacco ai Bontempo Scavo

Cc acciuffano due latitanti

Si tratta di Antonino Bontempo Scavo, 52 anni e del figlio Sebastiano, 25 anni. Stamani i due sono stati ammanettati dai militari della compagnia di S. Agata di Militello in esecuzione di un'ordinanza emessa dal Gip del tribunale di Messina su richiesta della direzione distrettuale antimafia a antiterrorismo della città dello Stretto. L'accusa per entrambi è di tentata estorsione in concorso, aggravata dal metodo mafioso. Vittime due fratelli imprenditori di Castell’Umberto, da qualche tempo operanti nel settore dell’agricoltura biologica e commercio di mangimi e cereali.

Antonino Bontempo Scavo

Antonino e Sebastiano Bontempo Scavo, padre e figlio legati alla storica famiglia mafiosa di Tortorici, a seguito di indagini scattate poco più di un anno e mezzo fa, sono ritenuti responsabili di ripetute minacce e intimidazioni ai danni di due fratelli che operavano a Mirto. Proprio all'interno del loro esercizio commerciale si è presentato il 52enne Antonino Bontempo Scavo per chiedere l'assunzione del figlio Sebastiano. Il tutto documentato attraverso una meticolosa raccolta di informazioni e con il supporto di intercettazioni. Nella rete ci termina a sua volta anche il 25enne poiché qualche tempo dopo la richiesta del padre, il ragazzo, con fare arrogante, torna nell'esercizio commerciale, esigendo dai dai due imprenditori quello che definisce “il regalo”. Al tempo stesso, dalle indagini, emerge che in diverse occasioni, gli indagati hanno prelevato della merce nello stesso negozio e senza pagare.

Sebastiano Bontempo Scavo

Antonino Bontempo Scavo è una vecchia conoscenza delle forze dell'ordine essendo stato coinvolto nell’operazione Mare Nostrum,, e condannato dalla Corte di Assise di Appello di Messina a 13 anni e 6 mesi di reclusione per associazione di tipo mafioso ed altri reati. Era uno degli esponenti della cosca mafiosa tortoriciana facente capo a Cesare Bontempo Scavo, attualmente ristretto alla pena dell’ergastolo. Ed è proprio a Mirto, centro dei Nebrodi dove ha tentato di estorcere denaro ai due imprenditori che il 52enne fu coinvolto in un agguato di stampo mafioso durante il quale venne ucciso un esponente del clan.

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