Inizia la scuola ma non per tutti è così. Il caso della Leopardi non è stato ancora del tutto risolto e si profilano ancora alcune settimane di disagio per alunni e genitori.
Una vera e propria diaspora quella della scuola di Minissale che, per essere rimessa in condizioni di sicurezza è stata liberata la scorsa primavera, ma i cui lavori non sono ancora entrati nel vivo.
L’accordo Comune-Università ha consentito di poter utilizzare ancora le 13 aule del Policlinico e qui sono stati sistemati tutti i ragazzi della scuola media del plesso di piazza Stella Maris, oltre a quelli delle quinte elementari.
Il problema si è posto per la prima e l’infanzia, che fino all’anno scorso erano al Policlinico. I locali dell’ex provveditorato, loro destinati purtroppo non sono ancora pronti e potrebbe passare ancora un mesetto prima che lo siano.
I bimbi della primaria, allora sono stati trasferiti in via orso Corbino, alla ex trimarchi dove sono state ricavate 11 aule. Il problema è che le classi sono 13 e quindi con turnazione, due di queste devono essere accorpate ad altre, con evidenti problemi spazi.
I problemi non sono finiti, però. Questo perché da lunedì dovrebbero iniziare a frequentare la Leopardi, anche i piccoli della scuola dell’infanzia. E dove saranno sistemati?
Si tratta di 8 classi, circa 160 piccoli fra i 3 ed i 5 anni che faranno base nel salone della ex Trimarchi e in queste prime giornate faranno attività esterne o comunque compatibili con le esigenze di spazi del momento.
Non si tratta di scuola dell’obbligo, è vero, ma si tratta di un diritto dei genitori quello di poter avere una scuola dell’infanzia per i propri piccoli.
Nonostante questo però, le 8 classi faranno scuola per due o tre giorni la settimana ciascuna per far sì che la turnazione non penalizzi oltremodo qualcuno.
Spostandosi al Liceo Seguenza, invece, si scopre che una soluzione è stata trovata. Non definitiva ma è stata trovata.
Fino al 31 dicembre, venti classi dello Scientifico saranno ospitate dall’istituto Cristo Re sul viale principe Umberto. I padri rogazionisti faranno credito alla città metropolitana che non può pagare il fitto per quest'anno solare.
Si riparte giovedì. Dal primo gennaio dovranno essere saldati gli arretrati altrimenti potrebbe scattare lo sfratto.
Nel futuro a medio termine o la definitiva ristrutturazione dell’ex Iai o la trasformazione di un parte, quella di competenza della ex provincia, del don Orione sul viale san Martino.
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