Se ne parla da settimane, il malcontento covava sotto la cenere ed oggi è esploso con una singolare quanto simbolica iniziativa. Qualcuno, appartenente alla sedicente Comunità militante Messina , stamattina ha chiuso con un grosso catenaccio il cancello d'ingresso della villetta Quasimodo. Sulle grate un cartello per spiegare il gesto con il logo dell'associazione. Ma le ragioni della protesta si erano capite subito senza bisogno di leggere il contenuto del messaggio. La Villetta Quasimodo,piccolo spazio verde nel centro della città, da qualche tempo è stato praticamente requisito dai giovani migranti che, per la maggior parte, vivono nell'ex hotel Liberty, trasformato in centro d'accoglienza. Decine di persone che ogni giorno, mattina e pomeriggio, bivaccano nella villetta, occupano le panchine e i giochi per bambini. Il risultato è che nessuno può più frequentare o spazio verde di via Tommaso Cannizzaro visto che tanto le panchine quanto i giochi sono occupati dagli extracomunitari. E questo è anche il contenuto del volantino affisso oggi sul cancello d'ingresso della villa. Noi cittadini messinesi,. Si legge, vista l'impossibilità di poter utilizzare questo spazio pubblico, data l'inaccessibilità dovuta alla sporcizia ed al bivaccamento dei profughi che hanno deciso di rifugiarsi proprio dove le famiglie dovrebbero portare i bambini a giocare abbiamo deciso di sigillare simbolicamente la villetta. Siamo stufi – scrive ancora il movimento – di dover pagare pulizia e manutenzione extra per poi vederla cadere nel degrado senza poterla utilizzare.
Stamattina sul posto sono intervenuti gli agenti delle Volanti e della Digos che hanno eseguito i rilievi ed i vigili del fuoco che hanno spezzato la catena per consentire la riapertura del cancello. In verità bisogna ammettere che la villetta Quasimodo non ha mai brillato per pulizia e decoro come testimoniano i numerosi servizi andati in onda nei nostri telegiornali in questi anni. E' vero però che è intollerabile che adulti, bianchi, neri e gialli che siano, si siano impossessati dei giochi per bambini rendendoli inutilizzabili. E' ovvio che le famiglie decidano di restare alla larga dalla villa dove i profughi, passando lì gran parte della giornata, si cambiano ed usano le aiuole come latrine rendendo l'aria irrespirabile. Ancora una volta siamo costretti a chiedere maggiori controlli e più severità per restituire alla fruizione della città uno spazio vitale.