C’era una volta lo stadio San Filippo. Quello in cui tanti messinesi hanno gioito, sofferto e pianto. Un impianto conosciuto in tutta Italia soprattutto grazie alle gesta del Fc Messina dei Franza. Gli spalti pieni e l’impianto sportivo tirato a lucido (pur tra i tanti difetti che già al tempo si portava dietro) sono ormai in archivio. Solo i filmati e le immagini gli rendono giustizia e, nel contempo, rattristano se confrontate alla situazione odierna. Negli ultimi periodi, quelli delle cocenti delusioni, la struttura che ormai porta il nome del compianto Franco Scoglio è balzata agli onori delle cronache soprattutto per il degrado e l’abbandono. Basta percorrere le strade adiacenti allo stadio per rendersi conto dei problemi: parcheggi malridotti, vegetazione incolta, cartelli arrugginiti a ridosso delle gradinate. Oltre a questo quadro a tinte fosche c’è tutto quello che non tutti riescono a vedere e che soltanto gli addetti ai lavori possono notare. Molte strutture interne, infatti, sono messe addirittura peggio. Non solo la foresteria, il cui pessimo stato ha fatto il giro dei media grazie alle fotografie pubblicate e allo scempio raccontato. Recentemente, ha catturato l’attenzione la zona dietro la sala stampa, dove si trovano uno spogliatoio non utilizzato. Per non parlare dei corridoi alle spalle degli spogliatoi attualmente utilizzati dalle squadre. Le mani dei vandali hanno lasciato il segno. Vetrate in frantumi, pannelli e suppellettili sfondati da calci e pugni. E ancora: attrezzi mancanti o danneggiati, persino i resti della schiuma degli estintori in terra.
A fare l’amara scoperta sono stati i rappresentanti della nuova società, l’Acr Messina del patron Pietro Sciotto. Difficile capire chi abbia potuto determinare una situazione del genere all’interno di un bene pubblico, di uno stadio che appartiene ai messinesi prima ancora che alle società che lo hanno gestito. Semplice azione vandalica di persone estranee all’ambiente calcistico o molto più inquietante (e realistico) sfogo rabbioso degli atleti?
Uno scenario, questo, che ricalca quello della foresteria del “Franco Scoglio”. Qui i locali risultano inagibili. Perché siano nuovamente fruibili occorre sborsare circa 70mila euro. Somme che Palazzo Zanza non ha e che prima o poi dovrà stanziare (in qualità di ente proprietario) per colpe di altri. L’indice è puntato contro le passate gestioni dell’Acr Messina, contro chi ha usufruito di quegli spazi che hanno ospitato calciatori di prima squadra e giovanili, nell’ambito di una convenzione tra società e Palazzo Zanca.
Non è la prima volta che la stampa si occupa delle condizioni deficitarie della foresteria. Nel maggio 2011, ad esempio, la “Gazzetta” le ha documentate con fotografie eloquenti: una decina le stanze prese di mira da novelli “Attila” che hanno distrutto porte, armadi, computer, televisori, telefoni, letti, lampade, carte da parati e divelto persino i pannelli del sottotetto. La furia dei balordi non ha risparmiato i bagni: devastate docce e scrostate piastrelle.
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