Scendono in campo dieci docenti universitari e la “querelle” sulla toponomastica varca i confini di Palazzo Zanca. L’aspetto più incredibile della vicenda è che in questi ultimi giorni anche sui social quasi non si parla di altro che del “caso Principato” e dell’intitolazione di 21 vie di Ganzirri ad altrettante donne, le “Madri costituenti”, che fecero parte del primo Parlamento della nuova Repubblica, quello che contribuì alla stesura della Carta Costituzionale.
Per chi non ha seguito l’inizio della telenovela, cerchiamo di riassumerla in breve. La giunta comunale annuncia l’intitolazione delle vie senza nome, ben 21, del villaggio di Ganzirri alle donne della Costituzione, tra le quali Nilde Jotti, Livia Merlin e tutte le altre parlamentari elette nel 1946. Nino Principato, architetto, cultore e appassionato divulgatore di storia patria, funzionario comunale e già componente della commissione toponomastica, con un post su Facebook non risparmia severe critiche all’amministrazione Accorinti. «Perché 21 vie a donne che non c’entrano nulla con la storia della nostra città, perché non intitolarle ad altrettante donne messinesi che si sono fatte onore nei secoli?», questo in sintesi il ragionamento di Principato. Immediata la presa di posizione del gruppo Pari opportunità del movimento Cambiamo Messina dal basso che difende a spada tratta la scelta della giunta Accorinti e definisce immotivate le riflessioni critiche di Principato.
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