A Messina esisteva una sorta di agenzia clandestina che organizzava falsi matrimoni fra donne messinesi e uomini extracomunitari allo scopo di consentire a questi ultimi di ottenere la cittadinanza italiana e dunque il permesso di soggiorno. A scoprirlo la sezione di PG ed il Nucleo di Polizia tributaria della Guardia di Finanza di Messina che hanno avviato un'indagine coordinata dal sostituto della DDA Liliana Todaro e della Procura ordinaria Rosanna Casabona. Al momento sono 15 le persone iscritte sul registro degli indagati. Fra queste 11 donne messinesi e 4 cittadini marocchini. L'ipotesi di reato è di associazione a delinquere e favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Nei giorni scorsi i finanzieri hanno eseguito delle perquisizioni in casa degli indagati, comprese alcune coppie che recentemente si sono unite in matrimonio, sequestrando parecchio materiale ritenuto interessante dagli inquirenti. Le indagini hanno consentito di scoprire che a Messina esisteva una vera e propria agenzia clandestina, gestita da marocchini, che organizzavano i finti matrimoni. Gli stranieri si rivolgevano ai mediatori che arruolavano giovani donne messinesi attingendo presso famiglie bisognose. All'organizzatore andavano cifre che si aggiravano fra i 6000 ed i 10.000 euro, molto meno al coniuge italiano, fra 500 e 1000 euro. Ai falsi testimoni spettavano poche decine di euro. Quando tutto era pronto si presentavano in Comune davanti al funzionario di stato civile che celebrava il matrimonio. Per rendere tutto più credibile le finte coppie stipulavano anche contratti d'affitto di appartamenti. Il legame fittizio durava solitamente qualche mese prima di ricorrere alla separazione. I numerosi matrimoni misti italo-marocchini non sono passati inosservati facendo scattare nei mesi scorsi le indagini della Guardia di Finanza, molto attenta su questo fronte poiché il matrimonio non solo consente ai cittadini stranieri di ottenere la cittadinanza italiana ma fa cadere gli effetti del provvedimento di espulsione che viene emesso dalla Prefettura nei confronti degli extracomunitari clandestini o che si siano macchiati di gravi reati.