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Anne-Riitta Ciccone ci porta in mondi diversi e fantastici

Anne-Riitta Ciccone ci porta in mondi diversi e fantastici

MESSINA

Sarà presentato con una proiezione speciale, il 31 agosto nel programma delle “Giornate degli autori” alla Mostra del cinema di Venezia, il nuovo film di Anne-Riitta Ciccone “I’m (endless like the space)” (Io sono – Infinita come lo spazio). Finlandese di nascita, la Ciccone, grazie al padre siciliano, si è formata a Messina e ormai vive stabilmente a Roma. Ha scritto, assieme al marito Lorenzo D’Amico de Carvalho la sceneggiatura di “I'm (endless like the space)”, il quarto film da regista, pensato già in scrittura per un uso della stereografia 3D. È la prima donna regista al mondo ad aver utilizzato questo formato. Interpretato da Barbora Bobulova, Mathilde Bundschuh, Guglielmo Scilla, Julia Jentsch e Piotr Adamczyk, il film, come spiega l’autrice, «è un racconto nel racconto, la storia di due mondi, entrambi fantastici, che convivono in un crescendo di colori, ritmo, emozioni e rock».

Protagonista è la 17enne Jessica (Mathilde Bundschuh), che vive in un mondo che a prima vista potrebbe essere il nostro ma potrebbe essere anche in un prossimo futuro o in un'altra dimensione. Jessica ha un sogno e ha un talento che sembrano poterla portare fuori dal quel bordo esterno in cui la società l'ha reclusa. Aggiunge la Ciccone: «Il continuo incontro-scontro tra realtà e fantasia, età adulta e adolescenza, evolverà fino a che la fervente immaginazione della giovane protagonista o forse quella realtà alla quale viene continuamente richiamata dalla madre (Barbora Bobulova), non provocherà l’inatteso imprevisto che ne cambierà completamente il corso».

Anne-Riita Ciccone, dopo un’intensa attività come sceneggiatrice e aiuto regista, ha debuttato nel lungometraggio con “Le sciamane”, scritto e diretto nel 2000, seguito da “L’amore di Màrja” sempre da lei scritto e diretto nel 2004, girato interamente a Messina e vincitore di numerosi premi come il Globo d’oro della stampa estera, e da “Il prossimo tuo”, scritto e diretto nel 2009. «L'idea di “I'm (endless like the space)” – dice la Ciccone – mi è venuta qualche anno fa, partendo da un evento a me molto vicino. Sono nata in Finlandia e in parte ho vissuto lì. Adesso vivo a Roma, ma la mia famiglia è tornata a vivere in Finlandia, quindi ho un rapporto costante con la mia seconda patria. E, ovviamente sono rimasta colpita da alcuni eventi drammatici e inspiegabili avvenuti lì negli ultimi anni. Per raccontare questa storia avrei potuto scegliere un genere e un tono realistici, ma ho deciso, in questo film, di seguire la mia idea di Teatro e Cinema come “rappresentazione”, far deflagrare la realtà e ricostruirla come mito. E poiché in quel periodo stavo studiando il 3D per un personale interesse verso la tecnologia come mezzo nella ricerca dell'“immagine perfetta”, ho deciso di affrontare la sfida di un linguaggio cinematografico surreale per parlare del mio tema di riferimento: pregiudizio, emarginazione, spingere qualcuno ai bordi della società perché vissuto come diverso e quindi umiliarlo, può creare – conclude la regista – una reazione di inattesa violenza».

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