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Troppi animali sono vittime di sporchi affari

Troppi animali sono vittime di sporchi affari

Affari illeciti sulla pelle degli animali. Un giro vorticoso di denaro per la criminalità organizzata, spesso difficile da contrastare. Stando all’ultimo rapporto “Zoomafia 2017” (incentrato sul 2016), redatto da Ciro Troiano, responsabile dell’Osservatorio Zoomafia della Lav, Lega antivivisezione, le denunce sono in aumento (+1,68%), così come gli indagati (+13,31%). E ciò che più allarma è l’apertura di un nuovo fascicolo ogni 57 minuti relativo a reati contro gli animali.

Dai combattimenti alle corse clandestine di cavalli, passando per il traffico di cuccioli, macellazione clandestina e sofisticazioni alimentari, tutto fa parte di un caleidoscopio le cui figure (con forme e colori differenti) sono riconducibili a un’unica voce: lo sfruttamento indiscriminato di povere bestie.

Al fine di ottenere una mappatura completa, l’Osservatorio nazionale Zoomafia della Lav ha chiesto alle 140 Procure ordinarie italiane e alle 29 presso il Tribunale per i minorenni i dati relativi al numero totale dei procedimenti penali sopravvenuti nel 2016, sia noti che a carico di ignoti, e al numero di indagati per reati a danno di animali. Le risposte sono arrivate dal 74% delle Procure ordinarie (104, mentre tra quelle “assenti” figura Barcellona Pozzo di Gotto) e dal 96% di quelle per i minorenni (28). In questo contesto, Messina e provincia si distinguono, ad esempio, per i traffici internazionali di fauna e il bracconaggio, che trovano un’importante valvola di sfogo nei mercati. Senza tralasciare l’abigeato, fenomeno da sempre sottovalutato e che invece rappresenta un vero business per la malavita, con «migliaia di animali che scompaiono ogni anno». Così sui Nebrodi «è stato registrato un crescente aumento di casi di furto di animali, tra cavalli, agnelli e mucche». E la «mafia dei pascoli, messa in pericolo da nuovi provvedimenti, ha ripreso a sparare, come dimostra l’attentato subìto dal presidente del Parco dei Nebrodi, Giuseppe Antoci», si legge nel report.

In base ai dati pervenuti da 11 Procure siciliane su 16, quella di Messina si piazza al terzo posto (dopo Siracusa e Trapani) per numero di procedimenti (85) e persone indagate (161). Mentre per quanto riguarda le Procure presso i Tribunali per i minorenni, nella città dello Stretto si registrano due procedimenti con altrettanti individui inquisiti per reati venatori.

«Altra emergenza zoomafiosa in Sicilia sono le corse clandestine di cavalli», recita il rapporto. Che nello specifico rileva come sequestri e denunce siano stati fatti, in particolare, a Catania, Siracusa e Messina. Proprio con riferimento a quest’ultimo territorio viene citata l’operazione “Totem”, con cui la Squadra mobile e i carabinieri nel 2016 hanno smantellato le nuove leve del clan mafioso di Giostra, attivo nella cosiddetta “industria del divertimento”, compresa l’organizzazione di corse clandestine di cavalli, con scuderie che si fronteggiavano tra loro. In una occasione è stato persino festeggiato un purosangue, chiamato “Adrenalina”, mediante una canzone neomelodica composta in suo onore dopo la vittoria di u

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