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Ars, colpi di spugna

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Il ritorno al passato sulle Province, il voto contrario sul Parco dei Peloritani, quello mancato sulla fusione Cas – Anas. Tre colpi secchi nell'ultima seduta dell'Ars prima della pausa estiva. Con annesse critiche e polemiche, insieme alla soddisfazione di chi ha raggiunto il suo obiettivo.
L'assemblea regionale ha deciso di fare un passo indietro sulla questione delle ormai ex Province. Restano Liberi Consorzi e Città Metropolitane, ma a sceglierne i rappresentanti non saranno più gli altri amministratori, ma direttamente i cittadini. Che dovranno votare, proprio come facevano per le Province, per scegliere presidenti e rappresentanti del consiglio.
Ai presidenti è stata anche restituita l'indennità che coinciderà con quella del sindaco del comune capoluogo. Per i consiglieri è previsto invece solo un rimborso spese.
La Sicilia, dunque, torna indietro, andando in contrapposizione con la Riforma Delrio che prevede l'abolizione delle province in tutta Italia. Per questo c'è già chi ipotizza il blocco del governo nazionale.
Ma la giornata di ieri ha segnato anche lo stop alla fusione Cas – Anas. I deputati hanno lasciato l'aula al momento del voto, la sospensione della seduta e la successiva decisione di rinviare tutto a settembre potrebbe non offrire una seconda opportunità per portare avanti questo progetto che originariamente sembrava aver trovato una discreta condivisione.
E' stata invece del tutto bocciata l'idea del Parco dei Peloritani. Alla fine sono arrivati 32 voti contrari contro i 27 favorevoli. Abbastanza per spazzare via un'ipotesi che aveva scatenato un acceso dibattito e che aveva come obiettivo la tutela e la valorizzazione dei Peloritani.

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