Dopo anni di vuoto anche Messina intende dotarsi di punti di sbarco per il controllo del pescato. L’unica speranza adesso è che dalle parole si passi ai fatti visto che la legge parla chiaro. Il regolamento è quello della Comunità europea, l’ 854 del 2004, in ottemperanza a una circolare del Ministero della Salute del 2010, e riguarda “norme specifiche in materia di igiene per gli alimenti di origine animale”. Si stabilisce che gli operatori del settore alimentare hanno l’obbligo di garantire il rispetto dei requisiti di sicurezza per i prodotti della pesca immessi in commercio. La domanda sorge spontanea. Ma il pesce che arriva sulle tavole o nei ristoranti messinesi a che tipo di controllo è sottoposto? Quello pescato a largo delle nostre coste a nessuno se non a pochi a campione che vengono effettuati dagli organi di accertamento preposti. Da qui l’importanza dei punti di sbarco per gli accertamenti sui prodotti appena pescati. Purtroppo Messina non ha ancora realizzato queste importanti strutture anche se ultimamente qualcosa si sta muovendo. Capitaneria di porto, Asl e Comune, dopo un incontro nel mese di marzo scorso, hanno effettuato un primo sopralluogo il 5 luglio scorso durante il quale sono stati individuati due possibili siti: uno sulla spiaggia nei pressi del torrente Papardo e un altro nei pressi della Torre Saracena di Ganzirri. La palla adesso è passata al Comune. L’assessore alle politiche del mare Sebastiano Pino si è impegnato a sottoporre i siti ai competenti organi tecnici che dovranno sceglierne uno, valutarlo e dotarlo dei requisiti richiesti, previo finanziamento regionale. Essendo le imbarcazioni da pesca cittadine di piccolo cabotaggio si dovrà realizzare un punto di sbarco in deroga che prevede in pratica pochi requisiti per una minima spesa. Una volta realizzato, e dovrà essere il Comune a farlo, si trasmetterà la documentazione alla Capitaneria di Catania competente per la Regione Sicilia e successivamente alla Regione che renderà ufficiali a tutti i pescatori i siti individuati. La capitaneria intende individuare anche degli altri luoghi a questo scopo, uno in zona tirrenica, un altro si sta concretizzando tra S. Teresa e Roccalumera e dopo ferragosto ci sarà un incontro per Giardini. Nello stesso sopralluogo è stata condivisa la necessità di posizionare dei massi dove abitualmente ormeggiano le feluche per realizzare degli attracchi più sicuri.
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