Non sono piaciute le dichiarazioni di ieri dell’assessore Maurizio Croce sulla vicenda di Forza D’Agrò. Non sono piaciute né all’assessore ai lavori pubblici Sergio De Cola né al presidente di Amam Leonardo Termini.
Altro che sinergia, dicono all’unisono i due, piuttosto regna il silenzio.
Ieri Croce aveva confermato che la volontà di lavorare a braccetto per ripristinare sicurezza e piena funzionalità all’acquedotto Fiumefreddo nella zona di forza d’Agrò dove una frana minaccia da oltre un anno la tubazione così preziosa per Messina. Aveva parlato di decreti di finanziamento la cui firma è attesa in autunno e ai quali sarebbero dovuti seguire i lavori, probabilmente, attraverso Protezione civile regionale. Tempi dunque incompatibili con la stagione delle piogge che notoriamente inizia ad ottobre.
Oggi De Cola e Termini si dicono stupiti dalle dichiarazioni dell’assessore regionale Croce , dal quale da mesi aspettano una risposta ufficiale alla richiesta di intervento salva acquedotto. “ a questo punto, noi siamo pronti ad intervenire autonomamente per risolvere il problema prima che la pioggia lasci a secco la città”. Sottolineano che la situazione è molto grave in quella galleria sotto Forza d’Agrò e anche che il Comune e Amam valuteranno se agire in danno alla regione per recuperare il milione di euro che serve per eliminare per tempo il pericolo.
Ma al di là dei botta e risposta, oggi arriva un’altra notizia importante per il nostro approvvigionamento idrico.
Sono cominciate infatti le procedure di consegna del cantiere a Calatabiano dall’azienda che si è occupata, per conto della Protezione civile regionale, della messa in sicurezza della collina franata a ottobre del 2015 e Amam che ora è pronta a posare i tubi.
Domani inizierà questa delicata operazione che porterà presto alla tanto attesa eliminazione dei famosi 4 tubi in kevlar e polietilene a cui tutta la città è appesa da venti mesi.
L’acquedotto sarà riposizionato nella zona originaria a valle della collina che l’anno passato fu anche devastato da un incendio.
Ci vorrà un mese per finire la posa del nuovo tubo e a fine agosto ci sarà la giornata delicata del passaggio da una tubazione all’altra. Messina avrà qualche disagio ma nulla a confronto di quelli che ha passato quasi due anni fa quando tutta l’italia resto sbigottita per le nostre tre settimane di siccità