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La bellezza di Tania
contro le “follie”

Spari al lido, investigatori sulle tracce dei delinquenti

Ancora una volta la città si unisce intorno al nome e al volto di una donna. Tutta Messina tifa per Tania, perché possa riprendersi al più presto, perché la sua solare bellezza mediterranea torni a risplendere, perché possa continuare a divertirsi come quella sera al M’Ama, prima dell’assurdo epilogo. Tania è giovane, perché 34 anni sono ancora niente rispetto alla vita che c’è da gustarsi, assaporandone ogni istante, e lei lo farà, ne siamo certi. Alla faccia di quei due criminali che colpendo lei, senza alcuna ragione, hanno ferito a sangue un’intera città. Verranno arrestati, di questo ne siamo certi, visto l’impegno profuso dai carabinieri fin da subito.

Ma questa vicenda ha suscitato, in città e tra i social, un dibattito che spesso ha preso pieghe assurde quasi quanto il gesto dei due giovani in sella al motorino. In questo momento, la cosa più stupida che si possa fare è criminalizzare la movida, come fosse solo una sorta di Sodoma e Gomorra, un caos popolato da strafatti, alcolisti, drogati e delinquenti. Qualcuno lo ha detto ad alta voce, qualcuno lo ha anche scritto, come se, usando un termine di paragone sportivo, fosse colpa del calcio se un tifoso pazzo sparasse all’impazzata in uno stadio, perché non lo hanno fatto entrare gratis.

La movida è fatta di locali e, dunque, di gente che investe il proprio denaro per guadagnarci (ovviamente), creando occasioni di divertimento che diventano anche elemento di attrazione turistica. Al “M’Ama”, nel week-end, come avviene anche in altri lidi, arrivano pure dalla Calabria e da altri comuni della provincia o addirittura da Catania.

Sappiamo bene che non tutti sono “santi” e che in questo settore, come sempre accade lì dove circolano soldi, vi possono essere pesanti condizionamenti, se non proprio capitale “sporco”. La mafia s’insinua nella cosiddetta “economia legale” e dietro i titolari “prestanome” di locali, come di bar, ristoranti, pizzerie e sale da gioco, possono nascondersi i veri “proprietari” legati ai vari clan di Giostra o di Camaro o di Santa Lucia sopra Contesse. Le inchieste della Procura hanno portato alla ribalta, negli anni scorsi, situazioni emblematiche come dimostra, purtroppo, la tristissima vicenda dell’ex glorioso Lido-Hotel di Mortelle (piange il cuore vederlo ridotto in quelle condizioni di degrado e abbandono...).

Ma tutto ciò che nesso ha con Tania, con la sua voglia di divertirsi, da adulta consapevole, eppure giovane come lo è il popolo delle notti estive? Non ci vanno solo avvinazzati e consumatori di pasticche in quei lidi che rappresentano l’unica occasione di svago durante la stagione estiva. E i ragazzi di oggi hanno questi punti di riferimento, come i nostri vecchi ne avevano altri, ricordandoci ad ogni pié sospinto quanto era bella Messina negli anni Cinquanta e Sessanta, e i Bagni Vittoria e Principe Amedeo e l’Irreramare... Basta vivere sempre del passato, restituiamo fiducia al presente.

La sicurezza è evidente che sia un problema. Nonostante l’ottimo successo dei bus notturni, la riviera nord nelle serate estive diventa pericolosissima, per l’assembramento di una folla imponente, di centinaia di giovani che passano da un lato all’altro della strada, come fosse un’isola pedonale (e non lo è). Non c’è un servizio di vigilanza urbana, perché conosciamo tutti i problemi di bilancio del Comune che non consentono gli straordinari per gli agenti della polizia municipale. Su questo fronte va subito riunito un Comitato per l’ordine pubblico.

E avremmo gradito che oggi il sindaco Accorinti dicesse la sua sul ferimento di Tania, esprimesse la solidarietà dell’amministrazione. E invece è da due giorni al Salina Mare Festival, a litigare col consigliere Zuccarello. Mah!. E poi dice che uno se la prende sempre con lui...

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