A distanza di quasi un anno dalla sentenza emessa l’1 settembre 2016 dal giudice per le udienze preliminari Eugenio Fiorentino, ieri la Corte d’Appello di Messina ha parzialmente riformato, per 5 degli imputati, le condanne inflitte al termine della maxiudienza preliminare che aveva visto sotto processo personaggi ritenuti esponenti della mafia emergente barcellonese e tirrenica.
Il faldone del processo di quella operazione che è stata denominata “Gotha 5” ieri si è così arricchito di un nuovo capitolo, scritto questa volta dai magistrati di Secondo grado.
Nel dettaglio i giudici peloritani hanno assolto, per non aver commesso il fatto, da una delle contestazioni che gli erano state mosse Orazio Salvo, che in primo grado si era visto infliggere una condanna a 7 anni e 4 mesi di reclusione. Ora la pena a suo carico è passata a 5 anni di carcere. Comminati anche 4.000 euro di multa. Ad Antonino Biondo, concesse le attenuanti generiche equivalenti all’aggravante contestata, è stata rideterminata la pena in 7 anni di reclusione (8 anni in primo grado).
Giuseppe Cammissa (condannato in primo grado a 8 anni e 4 mesi) ha avuto invece inflitta una pena di 7 anni, 7 mesi e 20 giorni di reclusione. All’uomo è stata anche inflitta una multa per 6.800 euro. Sconto di pena anche per Filippo Munafò, assistito dall’avvocato Carmela Zarcone. La Corte d’Appello, si legge nella sentenza, «ritenuta la continuazione con il reato già giudicato il 9 dicembre 2015», lo ha infatti condannato a 7 anni di carcere (in primo grado gli era stata inflitta una pena di 6 anni e 8 mesi che si doveva cumulare con un’altra condanna a 3 anni e 6 mesi). Passa invece da 7 anni e 8 mesi a 7 anni (e 500 euro di multa) la pena inflitta a Giovanni Pino.
I magistrati della Corte d’Appello hanno anche condannato Giovanni Fiore, Alessio Alesci e Franco Munafò, in solido, al risarcimento del danno in favore di Navisal srl, da liquidarsi in separato giudizio, al pagamento di una provvisionale di complessivi 250.000 euro nonché alla rifusione delle spese di costituzione del giudizio di primo grado e a rifondere alle parti civili Francesco, Salvatore e Giovanni Salamone le spese di costituzione del giudizio. La Navisal e i Salamone sono stati assistiti dagli avvocati Filippo Barbera e Sebastiano Calderone. Annullata, infine, la condanna di Santino Benvenga al risarcimento del danno e alla rifusione delle spese in favore di tutte le parti civili ad eccezione del Comune di Furnari e di Nadia Lucia Munafò.