Ieri mattina, trentaquattro sindaci dei nebrodi si sono ritrovati nell’aula consiliare affollatissima, davanti ad operatori, giornalisti e cittadini ed hanno più volte sottolineato, quasi all’unanimità, quale sia il loro “sì” all’accoglienza. Un sì condizionato, che non deve prescindere dal rispetto della legge e della concertazione dello Stato con le autonomie locali.
Durante la riunione, è stato anche letto da Salvatore Castrovinci, sindaco di Torrenova, il documento consegnato dieci giorni fa al prefetto Francesca Ferrandino in cui si chiedeva un incontro sui problemi dell’accoglienza. «Ma allora non siamo stati accolti – sostiene il sindaco di Castell’Umberto Enzo Lionetto – Abbiamo quindi deciso di rimandare lo stesso documento e chiedere di nuovo di essere ricevuti perché i problemi sono sempre gli stessi». Non si è fatta attendere ieri la risposta da parte della Prefettura. Come reso noto dal capo di gabinetto Caterina Minutoli, il prefetto Francesca Ferrandino ha convocato tutti i 45 sindaci dell’area nebroidea per giovedì 20 alle ore 12, per compiere insieme un esame delle criticità e dei progetti connessi alla presenza di cittadini stranieri che sbarcano sulle coste italiane presso l’area nebroidea». Tornando all’assemblea di ieri, ecco i principali interventi.
Noi non siamo razzisti – ha ribadito ieri il sindaco Enzo Lionetto – rispettiamo la volontà dello Stato e siamo pronti all’accoglienza, ma vogliamo che questa avvenga seguendo la legge e nelle migliori condizioni. Siamo disponibili ad accogliere i migranti direttamente senza l’aiuto delle cooperative, perché abbiamo le risorse e le competenze e vogliamo creare un dialogo costruttivo con la Prefettura per organizzare i servizi. Se poi lo Stato vuole imporre dall’alto le scelte noi diciamo che non ci stiamo, ubbidiamo ma protesteremo civilmente».
Anche il coordinatore dei sindaci Salvatore Castrovinci ed il sindaco di Sinagra Nino Musca, hanno ribadito che deve trattarsi di un’accoglienza seria, responsabile e, soprattutto, concordata con le prefetture, nel rispetto del rapporto 2,5 immigrati per 1000 abitanti. Il tutto in strutture dove si possa garantire la dignità ai migranti e la sicurezza dei cittadini. Siamo siciliani – ha rilanciato Castrovinci – popolo dell’accoglienza non del razzismo! E, di fronte alla criticità di un sistema ormai divenuto insostenibile, farci passare per razzisti, speculando sulle dichiarazioni fatte da Salvini, ci appare adesso davvero troppo riduttivo, inaccettabile e semplicistico».
Sulla stessa scia anche Dario Pruiti in rappresentanza di un nutrito gruppo di cittadini che nel corso della conferenza dei sindaci ha detto che “Castell’Umberto non è un paese razzista, chiediamo a tutti i sindaci presenti di rispedire al mittente la solidarietà di Matteo Salvini. Sulla vicenda anche un comunicato da parte del gruppo di opposizione del Comune di Castell’Umberto, «in merito ai recenti fatti di cronaca. Lungi sia dal facile buonismo che dal voler tacciare di razzismo qualcuno, riteniamo che la situazione sia stata gestita malissimo da chi, invece, avrebbe dovuto tutelare tanto i cittadini umbertini quanto gli immigrati. Non volendo entrare nel merito delle dinamiche antecedenti né delle eventuali negligenze sia del Comune che della Prefettura, ci dissociamo dalle modalità con cui è stata affrontata l’emergenza immigrati dal nostro sindaco». Gli stessi consiglieri, con il portavoce Tullio Randazzo, dopo il sì espresso all’accoglienza, si sono detti più tranquilli anche nei confronti dell’operato di Lionetto.
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