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È durata 24 ore la fuga dei tre evasi

È durata 24 ore la fuga dei tre evasi

La caccia ai tre detenuti evasi con estrema facilità dal carcere di Barcellona, durata poco più di 24 ore, si è conclusa ieri pomeriggio con l'arresto dei fuggitivi caduti, uno dopo l'altro, nella rete tesa da carabinieri e polizia penitenziaria, la cui attività è stata coordinata dalla Procura di Barcellona. A mettere gli investigatori sulle tracce dei tre fuggitivi sono state le stesse persone, familiari e amiche, su cui i tre evasi erano sicuri di poter contare. E invece le stesse persone che dovevano garantire la latitanza, sono diventate il filo conduttore dell’indagine che si è basata esclusivamente su intercettazioni e pedinamenti. Il primo a cadere nella rete delle ricerche, è stato Vittorio Smiroldo, 25 anni, catturato dagli agenti de Nucleo investigativo centrale della polizia penitenziaria (comandato dal vice comissario Gianluca Pennisi, coadiuvato dal sovrintendente capo Antonio Forestieri e dagli assistenti capo Francesco Sottile e Antonino Donato) in una casa del rione Bisconte a Messina, dove aveva trovato rifugio grazie alla sua amica Silvia Rolla, una giovane donna che fu indagata e poi prosciolta, per una ipotesi di concorso con Smiroldo nella rapina commessa ai danni di un tabaccaio di San Pietro di Milazzo, fatto per il quale lo stesso giovane stava scontando la pena. Nel pomeriggio, sempre a Messina, è stata sottoposta a fermo anche la ragazza di Barcellona, Serena Quercio, fidanzata di Smiroldo, sospettata fin da subito di aver agevolato la fuga e sulla posizione della quale si stanno compiendo accertamenti in quanto la presenza della donna sarebbe stata individuata anche a Santa Lucia, Milazzo e poi Messina. L’arresto di Smiroldo, diversamente dalla fake news diffuse sul web, è avvenuto alle 14 di ieri.

Il primo arresto ha poi dato ossigeno alla ricerca degli altri due evasi, Emanuele Rossitto, che compirà 19 anni il prossimo 25 luglio, fratello di Smiroldo anche se ha un altro cognome, e dell’altro detenuto di Lipari, Gaetano Sciacchitano, 21 anni. I due infatti, fin dal giorno della fuga, si sarebbero rifugiati entrambi a Santa Lucia del Mela. Nel centro collinare vive una sorella di Emanuele Rossito, anche lei con un altro cognome. A Santa Lucia i due giovani si sarebbero nascosti in una casa. Su chi ha fornito il rifugio si stanno compiendo ulteriori indagini. Ieri pomeriggio, infatti, carabinieri della Compagnia di Barcellona, assieme al Nucleo investigativo della polizia penitenziaria e agli agenti del Commissariato di polizia di Barcellona, con il coordinamento del Procuratore Emanuele Crescenti e del sostituto Sarah Caiazzo, hanno concentrato con una attività di “intelligence”, le ricerche e il monitoraggio degli spostamenti dei due evasi rimasti liberi. Gli investigatori hanno anche ascoltato le esortazioni della sorella di Emanuele Rossitto affinché si costituisse. Il giovane che si doveva consegnare alle forze dell’ordine non si è invece presentato ieri pomeriggio nella piazza centrale di Santa Lucia. Al suo posto è apparso il liparese Gaetano Sciacchitano che, pur avendo espresso la volontà di costituirsi presentandosi al carcere di Barcellona, ha chiesto di essere accompagnato al porto di Milazzo dove da Lipari stavano sopraggiungendo i sui genitori che lo avrebbero poi accompagnato a Barcellona per farlo costituire. Il giovane, infatti, è stato successivamente arrestato all’arrivo nella cortina del porto di Milazzo dai carabinieri della Compagnia di Barcellona. Allo stesso tempo le ricerche di Emanuele Rossitto hanno avuto un nuovo impulso e il giovane è stato arrestato per ultimo a Santa Lucia dalla polizia penitenziaria. I tre, difesi dagli avv. Paolo Pino, Alessandro Trovato e Rita Pandolfino, sono stati rinchiusi al carcere messinese di Gazzi e dovranno comparire stamani per la convalida dell’arresto e la direttissima.

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