Una riapertura attesa da due settimane, quelle delle isole ecologiche. A sbloccare la situazione l'intervento del dirigente della città metropolitana Armando Cappadonia che ha sospeso per un mese l'efficacia della sua stessa disposizione con cui, invece, veniva bloccata l'attività dell'ex inceneritore di Pace.
Senza un punto di lavorazione era impossibile accogliere materiale come carta e plastica ed è per questo che le isole ecologiche hanno battuto ogni record di chiusura.
I tre enti di controllo – Arpa, Città Metropolitna e Asp - che hanno analizzato con l'ultimo sopralluogo di mercoledì la situazione a Pace, hanno apprezzato il netto miglioramento della situazione nell'area in cui sono scoppiati due incendi in nove settimane, ed hanno anche indicato alcune prescrizioni a cui Messinambiente dovrà attenersi, per vedersi, fra un mese ritirato il provvedimento di chiusura.
Ma nella note del dirigente dell'ex Provincia, c'è anche la considerazione di buon senso auspicata da più parti , che il permanere della sospensione avrebbe portato ad un'ulteriore interruzione del servizio pubblico di raccolta della differenziata.
Oggi i sei spazi gestiti da Messinambiente, saranno svuotati da tutto il materiale che in queste due settimane è stato accumulato lì per ovviare alla chiusura dell'ex inceneritore.
Una valvola di sfogo necessaria per non fermare il porta a porta nel primo e sesto quartiere e per non far crollare anche il servizio dedicato ai supermercati e alle utenze commerciali.
Domani, dunque, con le isole libere da carta e plastica, potranno essere riaperti i cancelli e i cittadini, che hanno avuto una grande pazienza, potranno tornare a conferire quello che in questi giorni hanno tenuto in casa.
E' chiaro che da domani e per qualche giorno, Messinambiente si aspetta un afflusso massiccio di messinesi, con le immancabili file. Ma soprattutto è preoccupata per la gestione degli spazi all'inceneritore.
La ramanzina dei tre enti di controllo, al di là della sospensione è servita a imporre al gestore che gli accumuli di materiale non possono essere più tollerati. Per questo oggi è arrivata anche la decisione che se si dovesse formare una nuova montagna di plastica da lavorare, l'unica soluzione è la nuova chiusura delle isole.
E le conseguenze in termini di credibilità del servizio, sono quelle che tutti potete immaginare.