«Chiediamo l’intervento della Protezione civile nazionale e sollecitiamo il Governo a dichiarare lo stato di emergenza legato ai danni causati dai gravissimi incendi che stanno devastando gran parte dei territori delle province di Messina, Enna, Trapani e Palermo giungendo a lambire i centri abitati».
Lo dicono Leoluca Orlando e Mario Emanuele Alvano, presidente e segretario generale di Anci Sicilia i quali seguono
con molta preoccupazione l’evolversi della situazione che in queste ultime ore ha costretto all’evacuazione dal mare degli
ospiti del rinomato villaggio turistico di Calampiso a San Vito Lo Capo.
«La vastità degli incendi, che si stanno propagando ancora in queste ore, alimentati anche dal caldo record di questi giorni,
- spiegano - è tale da determinare danni irreversibili al patrimonio naturalistico della nostra Isola e ingenti danni di
natura economica alle aziende ricadenti sul territorio, enormi perdite in termini di raccolti andati in fumo, animali selvatici
e greggi morti tra le fiamme nonché fortissimi disagi ai trasporti, con strade e ferrovie chiuse».
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Le fiamme devastano la Sicilia. Mentre il Vesuvio si conferma il fronte di fuoco più preoccupante in Campania. Vasti e ancora vigorosi i roghi - 125 i focolai secondo la Protezione civile regionale - sui quali sono stati impegnati nell’Isola, e lo sono ancora in diverse aree, mezzi aerei e numerose squadre da terra, chiamati a sfidare anche le temperature torride, oggi con picchi fino a 40 gradi, e il vento di scirocco. Rinforzi sono giunti da altre regioni e un nucleo di piloti abilitati sugli elicotteri antincendio S-64 F è stato messo a disposizione dal ministero della Difesa. Diverse le province interessate dalle fiamme, da Trapani a Palermo, da Messina a Catania fino a Siracusa.
Terrore a San Vito Lo Capo, cittadina turistica del Trapanese: nel pomeriggio sono stati evacuati con barche, barchini e gommoni i 700 turisti del villaggio Calampiso. Allontanati dagli alloggi della struttura aggrediti dalle fiamme, sono stati radunati in spiaggia e a gruppi trasportati via mare fino al porto piccolo. Tutti in salvo. I vigili del fuoco hanno circoscritto le fiamme.
Inchieste sono state aperte dalle Procure di Messina ed Enna, così come da quella di Palermo sulla mancata prevenzione degli incendi e sulle tante disfunzioni dei servizi all’interno della Regione Sicilia. Il fascicolo è stato avviato su iniziativa del procuratore Francesco Lo Voi e l’aggiunto Sergio Demontis ha già affidato gli accertamenti a un sostituto. Fra i punti da verificare le ragioni dei difetti di comunicazione e di collaborazione fra la Protezione civile nazionale e quella regionale. Nei giorni scorsi critiche erano state avanzate da Roma nei confronti del sistema siciliano e della mancanza di mezzi antincendio a disposizione della Regione. Fra le prime, possibili iniziative, l’audizione come persona informata dei fatti del capo della Protezione civile nazionale, ma anche la testimonianza del capo del servizio regionale. E incombe l'ombra pesante dei piromani e della criminalità organizzata.
Situazione particolarmente critica oggi nel comprensorio etneo, a Catania, nella zona industriale, a ridosso della zona commerciale di Misterbianco. A bruciare è Monte Cardillo. Oltre un migliaio di ettari distrutti nel Trapanese a seguito dell’incendio che dalle 23 di ieri, dopo essere partito da contrada Pilato, ha devastato la montagna che sovrasta Castellammare del Golfo. Intorno alle 7 sono rientrate le circa cento famiglie evacuate in zona Fraginesi. Ma questa sera un altro focolaio ha sviluppato un incendio ancor più preoccupante in zona Grotticelli mettendo a rischio la riserva naturale orientata dello Zingaro. (AGI)
(AGI) - Palermo, 12 lug. - Fuoco pure in provincia di Palermo, da Altofonte e Giacalone e nella cintura cittadina. Domato, invece, il fronte che per giorni ha devastato la vallata Scaldaferro, tra Enna e Calascibetta. Secondo una prima stima ad andare in cenere sarebbero stati oltre 400 ettari, dei quali una quindicina di boschi; un’area densamente abitata e dove si trovano moltissime attività produttive.
Torna lentamente alla normalità la situazione sulle colline di Messina devastate negli ultimi tre giorni - duemila ettari di uliveti e vigneti distrutti nel Messinese, secondo stime Coldiretti - anche se i roghi non si fermano. Questa mattina un altro incendio è divampato in località Salice sempre sui colli, mentre un altro rogo è scoppiato in contrada Serri a Sperone nella zona nord della città. Roghi anche nella zona di Barcellona Pozzo di Gotto e a Lipari, nelle Eolie.
Sul Vesuvio, se pure si è attenuata la situazione tra Ercolano, Torre del Greco e Boscoreale, un nuovo focolaio si è registrato a Terzigno. "Perseguiremo i piromani con la massima determinazione: è un reato punito con 15 anni e se qualcuno ha incendiato il Vesuvio lo voglio vedere in carcere per 15 anni", ha detto il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti che oggi ha voluto una riunione operativa al comune di Ottaviano (Napoli), nella sede del Parco Nazionale del Vesuvio.
Appello anche da alcuni sindaci del comprensorio del Pollino e dal presidente del Parco al ministro dell’Ambiente per sottolineare quello che si sta vivendo in diverse località "interessate da incendi in corso da oltre 48 ore che stanno provocando gravissimi danni al patrimonio forestale oltre a porre a serio rischio la vita di decine di persone". E il presidente della Regione Calabria Mario Oliverio ha costituito una unità di crisi.
Sono state 47 oggi le richieste di concorso aereo giunte al Centro operativo aereo unificato del Dipartimento di Protezione civile, 17 delle quali dalla Sicilia, 8 dalla Campania, 6 rispettivamente dalla Calabria e dalla Basilicata. Dal primo gennaio a oggi sono state 764 le richieste giunte dalle Regioni: si tratta del picco massimo raggiunto nello stesso periodo negli ultimi dieci anni.
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