L’asso nella manica si chiama Mattia Grassani. Il Messina l’ha tirato fuori nel momento più difficile. Porta la firma del noto legale bolognese lo scatto del club giallorosso verso la luce verde dell’iscrizione. Una “giocata” da fuoriclasse quella che ha portato Grassani a rimettere l’Acr sulla giusta direzione e a farle superare – ufficialmente lo vedremo martedì – l’insidioso scoglio della Covisoc. Una mossa da perfetto conoscitore delle carte federali che, di fatto, ha permesso alla società di Franco Proto di “evitare”, almeno in tempi ristretti, una ricapitalizzazione onerosa che avrebbe acuito gli affanni già evidenti del club giallorosso. Poche mosse per aggirare l’ostacolo e presentare documenti “puliti”. Il Messina ci è riuscito con la regia di Grassani e il braccio operativo dell’avvocato Carletti, un uomo fidato dell’esperto legale bolognese. Il difetto di bilancio, passato da 408mila a 322mila grazie al saldo trasferimenti, poi ridotto a 182mila con l’anticipazione, ottenuta, delle valorizzazioni giovanili ottenute dalla Lega, è stato poi totalmente abbattuto grazie a una serie di certificazioni contabili che, di fatto, hanno azzerato la passività che aveva fatto scattare l’allarme nei giorni scorsi. Un esempio? La rottamazione contributiva chiesta al 18 aprile, passata da 186mila euro a 120mila, ha permesso al club giallorosso di risparmiare 66mila euro, cifra che assieme alle altre ricavate ha significato abbattimento della consistente somma che aveva tanto spaventato la proprietà prima che Grassani indicasse la via da seguire.
Il bilancio del Messina adesso rientra nei canoni regolamentari e la scadenza dell’11 adesso fa meno paura. «Ce l’abbiamo fatta grazie al grande Grassani» esclama un sorridente Franco Proto non appena spedita la mail alla Covisoc contenente documentazione e bilancio finalmente a norma. «Adesso – ha aggiunto il presidente del Messina – possiamo destinare i soldi su altro».
Il sospiro di sollievo è evidente: il Messina può destinare il cash sulle incombenze a cui bisognerà far fronte una volta che l’iscrizione sarà cosa certa. Perché ormai la strada è tracciata e i pericoli ridotti al minimo grazie all’incessante lavoro degli ultimi giorni che ha obbligato tutto lo staff dirigenziale a vere e proprie “full immersion” per guidare la nave sulla rotta dell’iscrizione.
La proprietà è pronta a chiudere i conti già domani. Non sarà una passeggiata di salute, ma adesso va archiviata una partita che non prevede più sorprese. I dirigenti sono chiamati a effettuare bonifici per 600mila euro ai tesserati per far fronte a stipendi e contributi relativi ai cinque mesi mancanti e necessari per ottenere il semaforo verde della Covisoc e ad emettere la garanzia fideiussoria da 350mila euro, rivista in corso d’opera, con allegato un assegno da 40mila euro intestato al broker incaricato dalla Lega Pro. Si tratta degli ultimi due passaggi sull’irta strada che porta all’iscrizione della prossima Serie C che il Messina, a questo punto, escluse clamorose sorprese, disputerà pur se con un handicap iniziale non ancora precisato.
L'entità della penalizzazione parla di quattro punti sicuri (stipendi, contributi, fideiussione e bilancio). Una goccia nell’oceano dei problemi in cui ha dovuto navigare la società giallorossa superando la bufera più temuta e arrivando sul rettilineo finale con qualche affanno di troppo ma la consapevolezza che la bufera sia ormai alle spalle. Se entro domani sera il Messina non riuscirà a ottemperare agli ultimi due passaggi – situazione che sarebbe confermata dalla Covisoc nella giornata di martedì – c’è tempo fino al 14 per appellarsi – con un ricorso al costo di 9mila euro – all’organo di controllo e giocarsi tutto fino al gong. Aspettando, quindi, il Consiglio Federale del 20. Un’ipotesi da non trascurare pur se l’obiettivo resta quello di chiudere i conti già domani.
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