«Troppe coincidenze fanno una certezza». Usa una delle battute dell'assessore Daniele Ialacqua, il commissario di Messinambiente Giovanni Calabrò per commentare l'ennesima tegola che si è abbattuta sulla società di via Dogali. Una confisca da 1.252.039.000 euro notificata dalla Guardia di Finanza, con procedimento a carico dell'ex commissario Alessio Ciacci per la dichiarazione annuale 2014 e relativa a tributi Iva non pagati nell'anno 2013. Mentre giovedì mattina Ialacqua, Calabrò e l'amministratore unico della “Messina Servizi” Beniamino Ginatempo erano seduti attorno a un tavolo per definire gli ultimi dettagli del piano concordatario, approvato di fretta e furia in giunta nello stesso pomeriggio, all'interno degli uffici di MessinAmbiente è giunta quella che Calabrò considera l'ennesima «bomba ad orologeria».
Il commissario, infatti, non nasconde lo stupore, la sorpresa e l'amarezza per un provvedimento che arriva nel pieno svolgimento della procedura concordataria. «La confisca è stata disposta dal Tribunale – spiega Calabrò – proprio durante la fase di concordato, quando, almeno secondo quanto sostenuto dai nostri avvocati, questo tipo di procedimenti solitamente vanno a bloccarsi. Sia chiaro – continua – si tratta di atti e somme dovute, ma il tempismo con cui arrivano questi provvedimenti non può non destare sospetti».
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