L’appuntamento con le regionali di inizio novembre, un occhio sempre vigile a Roma e la prospettiva delle elezioni amministrative dell’anno prossimo. È tutt’altro che fermo, il “motore” della politica. E sono tutt’altro che scontati i prossimi passi. Anche perché di cose, in questi ultime 5-4 anni (dopo le ascese di Crocetta a Palermo e di Accorinti a Messina), ne sono successe.
Prendiamo il Partito Democratico. Quattro anni fa al timone c’era ancora Francantonio Genovese e attorno a lui si muoveva un partito fagocitato da un’ombra talvolta troppo ingombrante, ma spesso anche comoda. Oggi, dopo un lungo commissariamento, il “nuovo” Pd si affaccia al congresso provinciale e, eliminato quell’ombrello, non pare meno diviso. Non sembra, infatti, aver sortito gli effetti sperati il summit convocato sabato scorso a Palermo dal ras di Renzi in Sicilia, Davide Faraone. Nella sua segreteria c’era qualche assenza di troppo (alcune aree non erano rappresentate), ma si sono notate presenze importanti. Su tutte, quella del rettore dell’Università di Messina, Pietro Navarra, che ha a questo punto ufficializzato la nascita di una vera e propria corrente d’Ateneo, sebbene con un ruolo quasi da “federata”. Con lui, il direttore generale dell’Università e possibile candidato in pectore alle regionali, Franco De Domenico. C’erano, a Palermo, i renziani della prima ora. E c’era anche il nome più chiacchierato di questi ultimi giorni in casa Pd, Paolo Starvaggi, l’uomo di fiducia del deputato regionale Pippo Laccoto, che quest’ultimo spinge come figura giusta per il ruolo di segretario provinciale. Faraone è stato chiaro: il Pd ha bisogno di una candidatura unica. Ma chi è uscito da quella riunione non sembra particolarmente innamorato dell’idea venuta fuori: Starvaggi segretario provinciale, un renziano del capoluogo (la capogruppo di Palazzo Zanca Antonella Russo?) segretario cittadino. Così prende corpo, dietro le quinte, l’ipotesi di una candidatura alternativa, che veda dialogare i renziani della prima ora (Alessandro Russo, Francesco Palano Quero e company) con altre aree, su tutte l’area Lupo-Franceschini (di cui fanno parte, tra gli altri, Felice Calabrò e Nino Bartolotta). Una rottura, o quasi, ma saranno decisivi, in questo senso, i prossimi giorni.
E “l’ex ombrello”, Francantonio Genovese, come si muove nella sua nuova casa, Forza Italia? Da sempre predilige, anche lui, il dietro le quinte. Tesse accordi (pare cementificato, ad esempio, quello con Cateno De Luca nella zona ionica) e pianifica. E i bene informati raccontano di una segreteria di via Primo Settembre tornata ad essere particolarmente affollata. Sullo sfondo ci sono le regionali, sulle quali da tempo aveva gettato più di un occhio la presidente del consiglio comunale Emilia Barrile. Che però potrebbe dirottarsi su altro, mentre Genovese parrebbe orientato su nuovi nomi. Tra cui, è la voce più insistente, il giovanissimo figlio Luigi.
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