“Ne bis in idem”, lo stabilisce anche l'art. 36 al comma 4 del regolamento del Consiglio comunale. Lo conferma in una nota il vice segretario generale, Giovanni Bruno, di cui la presidente Emilia Barrile condivide i termini e in seguito alla quale annuncia la necessità dell’avvio di un nuovo iter deliberativo. In sintesi si riparte da zero. L'amministrazione deve riscrivere il provvedimento con cui si affida alla Messina Servizi Bene Comune la gestione del ciclo dei rifiuti e lo stesso quindi deve seguire tutto il percorso previsto dalla legge, prima di arrivare in aula per il voto finale: invio ai Consigli di circoscrizione, pareri dei dirigenti, dei revisori dei conti e quindi passaggio in commissione. Non le manda a dire la presidente Emilia Barrile, che, nell'annunciare la mancata iscrizione all'ordine del giorno dei lavori di domani della vecchia delibera bocciata (lo aveva chiesto l'assessore all'Ambiente, Daniele Ialacqua) stigmatizza “la scelta dell’Amministrazione di non avviare il necessario confronto fra le parti, indispensabile alla definizione della nuova deliberazione. “Scelta che appare -scrive ancora- come una mancata presa di coscienza della volontà del Consiglio comunale di definire al meglio i contenuti di una nuova delibera, maggiormente aderente alle peculiarità individuate dall'aula.” “Il clima di allarme sociale- conclude Emilia Barrile- nutrito anche da dichiarazioni per lo meno imprudenti e larvatamente guerrafondaie da parte di alcuni rappresentanti dell’Amministrazione, si sarebbe potuto placare dimostrando impegno nel giocare di squadra con reale unità d’intenti”. La crisi quindi si acuisce, mentre il 30 giugno, data in cui scadrà l'affidamento di Messinambiente, si avvicina e a questo punto sembra sempre più difficile una soluzione compatibile con i tempi risicati. Chi raccoglierà i rifiuti dal primo luglio?
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