Chiederà un incontro al prefetto, Francesca Ferrandino, la presidente del Consiglio comunale, Emilia Barrile, che si dice molto preoccupata per la tensione sociale che sta montando: i lavoratori di Messinambiente temono di perdere il lavoro e i cittadini sono ormai esasperati dalla presenza di montagne di rifuti sotto casa, che rendono l'aria irrespirabile e malsana e favoriscono il proliferare di topi e insetti. Con il prefetto la responsabile dell'aula di Palazzo Zanca vuole confrontarsi per capire quali siano realmente i rischi a cui si va incontro se non saranno rispettati i termini del 30 giugno nell'affidamento alla Messina Servizi della gestione del ciclo dei rifiuti, una volta scaduto il contratto di Messinambiente. Il timore della presidente è che anche per le delibere comunali viga il principio del “Ne bis in idem” secondo il quale non si potrebbe votare due volte la medesima delibera che la giunta, invece, si dice pronta a riproporre già dalla prossima settimana, nonostante la bocciatura dopo ben tre sessioni di lavori non certo sereni. Secondo l'amministrazione, però, questa è l'unica strada per non perdere altro tempo, perchè lo stesso atto non necessita dei pareri di dirigenti e revisori. Ma la posizione dei consiglieri che hanno votato no resta assolutamente immutata, come emerso dalla conferenza dei capigruppo di ieri. Per esempio, Nino Carreri, Pdr-Sicilia Futura ribadisce che è necessario che nella delibera si evinca chiaramente la responsabilità giuridica del proponente; per Giuseppe Santalco, Felice per Messina, resta in piedi la necessità di una società mista che per il 40% sia esternalizzata. Daniela Faranda, Alternativa Popolare, oltre a stigmatizzare il comportamento dell'amministrazione, che “starebbe scaricando sul Consiglio comunale le responsabilità di tutto, alzando la tensione in modo irresponsabile e pericoloso”, si chiede come mai a Messinambiente il servizio sia stato affidato direttamente e non avvenga lo stesso con Messina Servizi. “Serviva forse qualcuno su cui scaricare la responsabilità di un flop?”- si chiede. E' la stessa perplesità che esprime Elvira Amata, Fratelli d'Italia, la quale, non condividendo la gestione in house, optava per una gara ad evidenza pubblica. Alla fine della capigruppo di ieri erano in tanti a pensare che forse la migliore soluzione sia il ritiro, in autotutela, da parte della giunta, della delibera di costituzione della Messina Servizi. Si eviterebbe il paventato danno erariale, si potrebbe immediatamente concedere la proroga a Messinambiente, e nel frattempo decidere una volta per tutte come procedere per evitare il disastro.