Il conducente di un minibus adibito al trasporto studenti, Salvatore Nania, 62 anni di Pace del Mela, imputato di violenza sessuale e sequestro di persona e lesioni ai danni di una studentessa quattordicenne residente in uno dei paesi dell’hinterland di Milazzo, è stato condannato ieri a 3 anni e 6 mesi di reclusione. La condanna è stata decisa al termine del processo con il rito abbreviato dal giudice Fabio Gugliotta. I fatti che hanno generato il procedimento sarebbero stati commessi nella mattinata dello scorso 23 febbraio, lungo l’iniziale tragitto che il minibus si apprestava a compiere per recarsi in direzione di Milazzo.
L’uomo, che da quel giorno è rinchiuso in carcere, dovrà inoltre risarcire in sede civile la vittima i cui genitori si sono costituiti parte civile con l’avv. Antonino Schepisi. Il pm Sarah Caiazzo aveva chiesto una pena maggiore quantificata, considerata la riduzione di un terzo per la scelta del rito, di 6 anni di reclusione. Per Nania, difeso dall'avv. Tommaso Calderone, invece, è stata considerata una ipotesi meno grave, tanto che la condanna è stata di 3 anni e 6 mesi di reclusione.
La studentessa era caduta nelle grinfie dell’uomo perché era stata la prima a salire sul minibus in quanto abita in una zona isolata. L’autista ha poi svoltato verso una zona dove si trova un parcheggio non visibile dalla strada.
La violenza sulla 14enne non ha avuto esiti peggiori perché la vittima ha avuto la forza di reagire ed ha opposto resistenza all’uomo che, dopo averla condotta nel parcheggio, ha provato a bloccarla stringendole le mani al collo, minacciandola di morte se avesse rivelato l’accaduto.
Alla identificazione e al conseguente arresto dell’uomo, gli agenti della polizia del Commissariato di Barcellona, coordinati dal vicequestore Mario Ceraolo, sono giunti grazie al racconto della studentessa che una volta giunta in classe, in preda allo sconforto, era scoppiata in lacrime, confidandosi poi con una compagna di classe. La stessa compagna l’ha poi convinta a raccontare l’accaduto all’insegnante della prima ora che ha avvertito la madre della ragazza. Poi la corsa verso il pronto soccorso di Barcellona per le medicazioni necessarie a causa di graffi ed ecchimosi che la ragazza presentava in diverse parti del corpo. I poliziotti hanno poi ascoltato il racconto della vittima che non conosceva nemmeno il nome dell’autista che le aveva usato violenza. Dopo aver individuato l’azienda che cura il trasporto anche per studenti, ha identificato il conducente che nel frattempo si era recato a Messina alla guida di un altro autobus per conto della stessa azienda. Al ritorno, ad attenderlo, c’erano i poliziotti che lo hanno sottoposto a fermo e condotto nel carcere di Barcellona perché indiziato di “violenza sessuale aggravata, sequestro di persona e lesioni” ai danni della ragazzina.
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