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De Simone: «Ci siamo arresi di fronte all’evidenza»

De Simone: «Ci siamo arresi di fronte all’evidenza»

Il commissario dell’Authority Antonino De Simone non le manda dire: «Abbiamo atteso venti giorni per poter varare il bando per la gestione dei due mesi estivi e alla fine ci siamo arresi di fronte all’evidenza. Evidentemente l’amministrazione comunale non vuol farsi carico delle esigenze di tanti messinesi che sono pronti a passare una serata, qualunque essa sia, anche fra le bancarelle dei mercatini. Abbiamo visioni differenti con Palazzo Zanca. Eppure fino all’anno scorso era andato tutto bene, infatti la fiera si è fatta, quest’anno è stato impossibile». Gli ultimi venti giorni prima del comunicato di ieri mattina sono trascorsi in un susseguirsi di veti incrociati: «La pregiudiziale sulla quale non c’erano margini di manovra – rivela De Simone – è che il Comune rivendica la proprietà dell’area demaniale e quindi sul bando volevano che vi fosse una doppia firma, quella mia e quella del sindaco. Ma non potevamo accettare, perché sarebbe stata un’ammissione. Fino a prova contraria, quell’area la gestiamo noi. Poi ci è stato chiesto di eliminare quello che è stato definito uno spettacolo non gradito, i mercatini delle bancarelle. Sappiamo bene che non sarà bellissimo ma è anche l’unico modo per far rientrare dalle spese chi gestisce l’area. Vogliono solo un programma culturale. Ad ogni buon conto lo avevamo accettato e inserito nel bando, pur rischiando che andasse deserto. In più ci è stato chiesto che il Comune potesse avere riservati dieci giorni dei 60 per le sue iniziative. Dieci giorni non indicati e senza un programma, in cui il gestore avrebbe dovuto smontare tutto per far posto ad altro. Sarebbe bastato solo accordarsi e fare un calendario condiviso. E poi hanno chiesto, e lo avevamo concesso, che la commissione di valutazione delle offerte fosse paritetica. È stata sempre composta da un rappresentante di AP, uno della Capitaneria e uno del Comune. Ma non bastava, eppure sono stati accontentati. Nonostante tutto, l’assessore Alagna ci ha detto che se tutte e quattro le richieste non fossero state accolte, loro non avrebbero potuto accettare. A questo punto, senza un accordo vicendevole, senza un comune interesse, e con i lavori appena cominciati proprio nell’area della Fiera, non aveva senso immaginare di poter partire. Eravamo pure riusciti a rendere compatibili le zone di cantiere e la necessaria sicurezza con le zone aperte al pubblico, ma anche quello sforzo della stessa azienda è risultato inutile».(d.b.)

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