Sarà restituito all’inizio della prossima settimana, alla sua famiglia, il corpo di Serena Antonuccio, la ragazza di 14 anni, morta il 25 maggio scorso, travolta da un treno sui binari della piccola stazione di Mili marina. Stanno per concludersi, infatti, alcune delicate attività d’accertamento indispensabili per l’indagine della sezione minorile della Squadra mobile, sotto il coordinamento della Procura. Lunedì prossimo dunque, giorno in cui verosimilmente padre Nunzio Triglia potrà fissare la data dei funerali della giovanissima studentessa del liceo Ainis, saranno trascorsi 10 giorni da quella inconcepibile tragedia che ha straziato una famiglia, sconvolto il villaggio e un’intera città.
La verità dei fatti, come accade sempre nei casi estremi, non è facile da raggiungere e ci vorrà del tempo. Per quanto preziose possano risultare le immagini raccolte dalle telecamere della Metroferrovia, se ben funzionanti, i motivi per cui una ragazza buona e piena di vita come Serena possa esser finita sui binari al passaggio del treno veloce, difficilmente potranno essere chiariti fino in fondo da pur preziosi fotogrammi. Resta la sfilza d’alternative: una caduta, un attraversamento impudente o un gioco pericoloso dell’epoca di internet?
Ecco perché l’indagine di Procura e Questura è così approfondita e dettagliata, quasi imponente. Perché non intendono lasciare zone d’ombra, e si scandaglia ogni eventuale responsabilità di chi potrebbe aver concorso al verificarsi di questa tragedia, tanto sul piano reale quanto su quello virtuale che può diventare il più subdolo e sembrare quasi impalpabile. Da qui tanti esami e verifiche certosine anche su oggetti. E su qualsiasi elemento, per la delicatezza del caso, vige un riserbo assoluto.
Si vivono giorni di dolore incommensurabile e inimmaginabile dall’esterno, se non attraverso il fluido, che qui c’è tutto, di una totale solidarietà alla famiglia. Mercoledì la chiesa di San Paolino era già stracolma per la veglia di preghiera, presenti papà Francesco e mamma Angela.
È anche comparsa, annodata al cancello della Metroferrovia, la felpa viola con gli orsacchiotti e i cuoricini delle amiche di Serena, quelle del gruppo di fit boxing della palestra di Mili. Con la dedica, per sempre, alla dolcissima “principessa guerriera”.
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