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«Io mi fazzu a campagna elettorale». Senza pudore!

«Io mi fazzu a campagna elettorale». Senza pudore!

Ah, Pirandello, perché non torni in vita? Scriveresti pagine memorabili raccontando quanto sta accadendo in quel luogo ameno e divertente che è l’aula di Palazzo Zanca. Uno, nessuno, centomila. Le verità date in pasto ai cittadini e ai lavoratori. E le menzogne che si celano dietro quel finto agitarsi, tra i corridoi e i banchi.

C’è un post particolarmente significativo sulla pagina Facebook del consigliere Daniele Zuccarello: «La cosa che mi fa più vergognare è essere seduto accanto a colleghi che oggi hanno votato “Sì” a questa delibera solo per accontentare i dipendenti di MessinAmbiente, pur sapendo che il loro voto non determinava nulla, perché tanto sarebbe caduto il numero legale. Il paradosso è che gli stessi colleghi domani non saranno presenti al voto determinante. Uscendo dall’aula parlottavano e dicevano “Io mi fazzu a campagna elettorale”. #vergogna #senzapalle # domani iovotono».

Non è una pagina pirandelliana? O non è forse il settimo atto di una commedia del Teatro dell’assurdo quello andato in scena in consiglio comunale, dopo le sei sedute consecutive andate a vuoto? «Io mi fazzu a campagna elettorale». Sarebbe bello scoprire chi l’ha pronunciata questa frase. Perché a questo consigliere, o a questi consiglieri (se sono più d’uno), andrebbe risposto: fattela la tua bella campagna elettorale, ma prima levati di torno, dimettiti, che stai rubando non tanto il gettone di presenza quanto la dignità del ruolo per il quale sei stato eletto. E stai letteralmente svuotando, con una rapina a mano armata, quel residuo di fiducia e pazienza che i cittadini e i lavoratori di MessinAmbiente conservano faticosamente da mesi.

Anche ieri è stato detto di tutto e il contrario di tutto. Un ping pong insopportabile, una melina spudorata, questioni di lana caprina, dietro le quali si nascondono anche dubbi molto seri, interpretazioni incerte, riflessioni non certo campate in aria sul destino del settore dei rifiuti, sull’incerto futuro della “bad company”, la MessinAmbiente che sta esalando gli ultimi respiri, e la “newco”, la MessinaServizi che è ancora un bimbo nel grembo della madre e al quale non si dà la possibilità di staccarsi dal cordone ombelicale. Il paradosso sta tutto qui: questo stesso Consiglio (non quello precedente) ha votato la delibera che ha fatto nascere la MessinaServizi, dopo aver approvato anche il Piano Aro che prevedeva la scelta, discutibile quanto si vuole, della società “in housing”, anziché il ricorso alla gara d’appalto per cercare tra le grandi holding del settore un partner idoneo e in grado di rilanciare la Spa. Lo abbiamo già scritto e lo ripetiamo: è stato creato il contenitore, che ora, anziché essere riempito di contenuti, viene lasciato vuoto. E il risultato è che sono stati sprecati mesi su mesi, mentre la città è stata sottoposta a continue “crisi di nervi”, tra il susseguirsi di un’emergenza rifiuti dopo l’altra, e tutto ciò proprio quando si avvicinano le scadenze dell’odiosa Tari, la tassa più iniqua perché dovrebbe servire a pagare interamente un servizio che, poi, o non c’è o viene reso “a singhiozzo”.

Quante maschere si aggirano sul palcoscenico dell’Assurdo... E quanti “io mi fazzu a campagna elettorale” dobbiamo sentire fino al giugno 2018, quando finalmente la parola tornerà agli elettori. E almeno questo incubo, sarà finito.

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