Non si sa più a che santo votarsi con questi rifiuti. Quando i problemi non sono messinesi sono quelli palermitani a creare crisi o peggio emergenze. E proprio di questo si rischia di dover parlare secondo quelle che sono le prospettive.
Tutto il ciclo dei rifiuti della Regione è fondato, giuridicamente, su una ordinanza contingibile e urgente che ogni sei mesi prepara il presidente della Regione con la quale, fra l’altro ogni comune viene autorizzato a scaricare i propri rifiuti in una determinata discarica.
Messina infatti non può decidere dove andare a buttare l’immondizia ma viene indirizzata a Grotte San Giorgio nel catanese. Ebbene quell’ordinanza che dà queste direttive vincolanti per le stesse discariche non è stata rinnovata alla scadenza della scorsa mezzanotte. Il ritardo ha comportato una serie di problemi a tutta la delicata catena della gestione dei rifiuti di tutta la Sicilia orientale.
I camion di Messinambiente si sono presentati alle 4 a Grotte ma hanno trovato i cancelli sbarrati e la Polizia a vigilare.
Costretti ad andar via si sono rifugiati in un parcheggio di un centro commerciale del catanese per qualche ora. A tarda mattinata la decisione di tornare in città visto il perdurare della chiusura e l’assenza di un qualunque segnale dalla Regione.
In termini pratici 200 tonnellate sono ancora su quei camion altri rifiuti sono sui compattatori e altri ancora in strada. Oggi è pure saltata la raccolta differenziata nel primo e nel sesto quartiere, era il giorno della indifferenziata, perché MessinaAmbiente non sapeva dove metterla.
“Siamo in crisi completa perché di fatto è saltato, un giorno intero di raccolta che non è stato possibile conferire in discarica – ha detto il direttore tecnico di Messina Ambiente Roberto Lisi- È importante che tutta la città tenga a mente chi ha la colpa di questa emergenza, cioè la Regione, soprattutto quando i messinesi non vedranno raccolta la spazzatura per 7, 10, 15 giorni – ha detto Lisi- In alcune parti della città non riusciremo a raccogliere per due settimane perché impegnati nelle altre parti secondo un piano di rientro necessario. Perché non si possono raccogliere in un giorno tutti gli accumuli, soprattutto se fuori da cassonetto.
Credo – conclude Lisi - che la Procura debba entrare nel merito di un ritardo così grave da parte della regione che sapeva dal 31 gennaio che ieri sarebbe scaduta l'ordinanza.
In questo clima avvilente il divieto (perché prefestivi) per oggi e sabato di buttare immondizia- mentre è consentito domani sera - suona come una consiglio ancor più necessario per l’igiene cittadina. Ma quando finirà tutto questo?