L’inchiesta antimafia “Totem”, condotta da polizia e carabinieri nel 2016, ha toccato un’altra tappa, dopo i 23 arresti, le decisioni del Riesame, l’applicazione del “41 bis” al presunto reggente Luigi Tibia, una prima chiusura delle indagini preliminari e il rinvio a giudizio per 24 imputati (il prossimo 26 aprile davanti al gup Daniela Urbani).
Giovedì scorso, i sostituti procuratori della Dda Maria Pellegrino, Liliana Todaro e Fabrizio Monaco hanno firmato un nuovo atto di conclusione delle indagini preliminari. Gli “avvisati” sono 50: Antonino Barbera, 44 anni; Fortunato Bellamacina, 30 anni; Francesco Bitto, 40 anni; Natale Caruso, 44 anni; Paolo Chiaia, 52 anni; Maria Antonia Cicero, 38 anni; Antonio Civello inteso “Anthony”, 49 anni; Rosario Costantino, 47 anni; Giuseppe Cucinotta, 32 anni; Massimo Currò, 42 anni; Paolo Currò, 52 anni; Antonino Cutè, 32 anni; Luciano De Leo, 36 anni; Santi De Leo, 39 anni; Antonino Agatino Epaminonda, 49 anni; Roberto Ferrara, 45 anni; Francesco Forestiere, 41 anni; Francesco Gigliarano, 43 anni; Francesco Giuffrida, 52 anni; Antonino Guglielmino, 47 anni; Giovanni Ieni, 44 anni; Francesco Irrera, 40 anni; Luigi Irrera, 39 anni; Francesco La Camera, 40 anni; Roberto Lecca, 38 anni; Michele Lombardini, 44 anni; Giovanni Mancuso, 40 anni; Orazio Margurio, 28 anni; Filippo Marsala, 31 anni; Anna Morana, 37 anni; Giovanni Pagano, 31 anni; Daniele Pantò, 38 anni; Concetta Pappalardo, 38 anni; Simone Patì, 29 anni; Veronica Pernicone, 29 anni; Carmelo Rosario Raspante, 57 anni; Maria Rello, 43 anni; Pasquale Romeo, 57 anni; Gaetano Russo, 31 anni; Toruccio Salvatico, 24 anni; Carmelo Salvo, 44 anni; Pietro Santamaria, 43 anni; Giuseppe Schepis, detto “U bumbularu”, 39 anni; Carlo Sergi, 49 anni; Luigi Tibia, 42 anni; Francesco Tomasello, 43 anni; Giovanni Versaci, 60 anni; Daniele Vinci, 28 anni; Ignazio Vinci, 31 anni; Giovanni Zanghi, 55 anni. Sono accusati, in concorso, di esercizio abusivo di attività di giuoco o di scommessa, con l’aggravante di avere commesso il fatto «per agevolare l’attività dell’associazione mafiosa facente capo a Luigi Tibia». L’atto in questione si riferisce all’installazione e gestione in pubblici esercizi nel territorio di Messina, tra bar, rivendite di tabacchi, sale giochi, circoli e associazioni, di apparecchi terminali, strutturati nella forma di “Totem” e collegati alla rete internet, per effettuare gioco a distanza, in assenza di autorizzazione da parte dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli o licenza.