“Blue Whale” il “gioco” che istiga al suicidio, di moda tra i giovanissimi che bazzicano internet, starebbe facendo proseliti anche a Sant’Alessio. Ci sarebbero due giovani che di notte salirebbero sul tetto dell’edificio della dismessa scuola elementare posta al centro del paese in piazza Zappalà, per simulare alcune fasi del gioco.
Sarebbero stati notati in queste notti da alcune persone che hanno subito presentato una richiesta all’ufficio tecnico del comune affinché venisse meglio protetto il perimetro della scuola per evitare intrusioni. Il sindaco Rosa Anna Fichera, ricevuta la comunicazione, ha dato mandato al dirigente dell’ufficio tecnico Valentino Smiroldo, affinché venissero messi in sicurezza gli accessi al vecchio plesso scolastico “al fine di salvaguardare la pubblica incolumità”, con grate in ferro del tipo orsogril.
Cos’è “Blue Whale”? Sveglia alle 4.20 del mattino, film dell’orrore a volontà, video psichedelici, foto sui tetti dei palazzi più alti della città, balene incise su braccia e mani con dei taglierini.
Queste sono solo alcune delle cinquanta regole allucinanti della Blue Whale, il gioco dell’orrore che ha già ucciso 157 adolescenti in Russia portandoli al suicidio.
La Blue Whale è una missione che gli inventori del gioco, detti anche curatori o tutor, danno a ragazzini tra i 9 e i 17 anni scelti sui social network. Per 50 giorni, i giovani che decidono di giocare devono rispettare delle regole assurde senza farsi scoprire dai loro genitori. Di nascosto devono superare così una serie di livelli. Il primo obbliga a incidersi sulla mano “F57”, scattarsi una foto e inviarla al curatore. I tutor, infatti, monitorano costantemente le vittime della Blue Whale perché vogliono essere certi che le loro pedine seguano perfettamente le loro imposizioni.
Più passano i giorni, più diventano pericolose. Al giorno tre, i giocatori inizieranno ad incidere disegni di balene sulle mani, sulle braccia e sulle gambe. Dal decimo sarà obbligatorio salire sui tetti dei palazzi più alti della città e scattarsi qualche foto da inviare sempre al curatore. (g