La pesca illegale continua, le segnalazioni cadono nel vuoto e da anni lo Stretto di Messina viene depredato, senza che venga messa in atto un’efficace strategia repressiva.
Purtroppo, questo è il quadro desolante a cui assistiamo inermi: «Il tratto di costa interessato – racconta Giuseppe Sanò, consigliere della VI Circoscrizione – che va da Capo Peloro a Capo Rasolcomo, viene sfruttato in maniera intensiva, sia con le reti a strascico che con le reti a circuizione, e nel sito appunto di Capo Peloro, che rientra nel sito natura 2000, è proibita questa pratica di pesca perché c’è anche una prateria di Poseidonia che riveste importanza non solo comunitaria, ma anche per la riproduzione di specie ittiche, che usano questo luogo come se fosse una nursery.
E ancora: «Proprio in questo periodo è in atto la riproduzione di alcune specie pelagiche. La più importante di tutte è sicuramente la ricciola e questi pesci migratori stanno in bassissimi fondali. Queste barche intercettano l’intero branco, lo circuiscono in maniera totale e impediscono qualsiasi tipo di riproduzione. Poi vengono intrappolate altre specie ittiche come le acciughe e le sardine, che sono alla base della catena alimentare».
La Guardia costiera non riesce a vigilare sull’intero tratto di costa e a intervenire per la carenza di mezzi e uomini e quando magari è allertata da una segnalazione arriva troppo tardi e quindi non è possibile di fatto contestare alcune reato. Intanto, per porre rimedio a questa strage è stato ideato un particolare sistema di protezione costiera mediante il posizionamento di elementi destinati a preservare e sviluppare la fauna e la flora marina.
Il progetto, che si chiama master, prevede l’intrusione in mare di elementi antistrascico (saranno posati in mare elementi di dissuasione antistrascico, ovvero dei manufatti in cemento ecocompatibile con dei rostri di acciaio che hanno la funzione di trattenere le reti, ma verranno anche posizionate piastre esagonali, messe a piramide, che riproducono le condizioni per il ripopolamento della fauna ittica).
È stato presentato alla Regione Siciliana per la richiesta di finanziamento a valere dei fondi europei Fep per la pesca, e la conferenza dei servizi ha dato parere ampiamente positivo: «Purtroppo – precisa Sanò – siamo ancora in attesa che venga pubblicato il bando per poter presentare il progetto e la mattanza continua impunemente».
In questo territorio stanno scomparendo anche i pescatori professionisti perché di fatto il mare si sta spopolando e anche per questo motivo è nata una sul web una campagna di sensibilizzazione: «La petizione (consultabile al sito https://www.change.org/p/fermiamo-questa-pesca-illegale-stanno-svuotando...) continua ad avere un grande successo – conclude Sanò – e ha superato le 31.000 firme e la cosa sorprendente è che tutti i sottoscriventi lasciano un commento per giustificare l’adesione, e da qui ti rendi conto che gli italiani farebbero di tutto per salvaguardare il loro mare. Pochi giorni fa è stata inoltrata al comando generale della Guardia costiera di Roma, al ministro dell’Ambiente, all’assessore regionale dell’Agricoltura, dello Sviluppo rurale e della Pesca mediterranea della Regione Sicilia e per conoscenza ai comandi locali della Guardia di Finanza e della Guardia Costiera».