La società prima di tutto. Non solo uno slogan ma in questo momento particolare una necessità per il Messina, impegnato a mettere i conti a posto prima delle scadenze e in vista dell'iscrizione al prossimo campionato. Tutte le attenzioni sono, quindi, concentrate su questo obiettivo che il presidente Franco Proto vorrebbe raggiungere per non disperdere il patrimonio della Legapro e per coronare tutti gli sforzi fatti finora per salvare la prima squadra di calcio cittadina. Ma per percorrere questa strada, come si dice in gergo, serviranno lacrime e sangue. La priorità è, quindi, la continuità gestionale, tutto il resto passa in secondo piano. E in questo contesto, purtroppo, anche la questione legata alla continuità del rapporto con il tecnico Cristiano Lucarelli che, ieri, attraverso un'agenzia, ha fatto chiarezza, affermando, come peraltro noto, di essere legato alla piazza peloritana ma di non poter aspettare per lungo tempo che si risolvano tutti i problemi prima di riaccettare l'incarico che Proto avrebbe voluto riassegnargli, avendone apprezzato le doti umane e professionali.
Un mese è un lasso di tempo troppo ampio per bloccare un allenatore che grazie al lavoro svolto si è fatto apprezzare anche in altre piazze, qualcuna di categoria superiore. Per Lucarelli la prima scelta sarebbe sempre Messina ma in condizioni di normalità, per usare un termine caro al presidente Proto. La difficile esperienza messinese ha di fatto rilanciato la carriera dell'allenatore livornese che, nello scorso ottobre, ha accettato e vinto la scommessa ma adesso, giustamente, vorrebbe cavalcare l'onda per programmare anche obiettivi più ambiziosi che, in fondo, sono anche quelli del Messina che in questo momento, però, deve risolvere i tanti problemi ereditati dalla precedente gestione.
Da un lato ci sono, quindi, le esigenze di un allenatore-manager, dall'altro quelle della società che vuole essere più forte dei debiti e delle difficoltà e che non vuole rimanere da sola a combattere la battaglia e cerca, con molta discrezione, l'aiuto di imprenditori per dare certezze ad un progetto che passa dalla riqualificazione del Giovanni Celeste.
Esigenze diverse che, probabilmente, porteranno Lucarelli e il Messina a lasciarsi, anche se da buoni amici.