Ora Giampilieri c’è tutta. Da alcuni giorni il borgo è rinato sotto ogni punto di vista perché, oltre ad essere ormai sicuro, torna a specchiarsi nella sua storica piazza Pozzo. Sono finiti i principali interventi di recupero e riqualificazione dell’antico luogo d’aggregazione, il cui volto è stato rinnovato, anche con una piccola arena pensata per i giovani e le famiglie.
Qui, più che altrove, la voglia di dare futuro a questo borgo è stata espressa dalla sua gente, grazie al progetto del compianto architetto Felice Zaccone recepito all’interno dell’ultimo degli appalti che, dopo il disastro dell’1 ottobre 2009, il Genio civile e la Protezione civile regionale hanno saputo portare a compimento con un’efficacia senza precedenti a Messina. E così anche qui i lavori dell’impresa Di Maria, collegati al Canale fugatore, sono giunti alle ultime finiture.
Nessuno dimenticherà mai, proprio nel sito della piazza, il ritrovamento di alcuni dei 18 morti dell’1 ottobre 2009, travolti a monte dalla valanga di fango. Nessuno, però, potrebbe mai affermare che 8 anni siano trascorsi senza frutti, che la ricostruzione e la messa in sicurezza abbiano fallito. La riqualificazione è, oggi, la chiusura del cerchio. Proprio le imponenti opere idrauliche attivate a monte della piazza consentono ora di concentrare l’attenzione sulle opere d’arredo, anche in chiave di promozione del borgo. È un punto di partenza la nuova piazza Pozzo in pietra siciliana, tra la ringhiera in ferro battuto di questo Canale unico in Italia per prevenzione idraulica, largo 10 metri e profondo altrettanto, le palazzine dei primi del 900 che segnano l’inizio della nuova via I Ottobre, e a valle l’altra piazza di Giampilieri, la più moderna, che s’affaccia sul torrente anch’esso regimentato da opere possenti.
La nuova piazza Pozzo, nella sua semplicità, convince: sia nel disegno a rete bianco grigia della pavimentazione, che nelle due “tribunette” angolari, l’una a gradoni e l’altra a scalini, così come interessante appare l’angolo in cui sarà presto collocata una fontana, e il muretto destinato all’addobbo delle fioriere e degli alberelli d’arancio amaro, elementi di verde che assolveranno alla funzione di separare la piazza dall’adiacente via I Ottobre in modo da delineare una piccola piazza-arena-giardino del borgo collinare. Ma questo è solo l’inizio di un’importante opera di riqualificazione che la storia di Giampilieri merita tutta. In tal senso gli interventi, che il comitato “Salviamo Giampilieri” continua a invocare, appaiono non solo coerenti con il percorso di rinascita, ma quasi sacrosanti. Perché Giampilieri del 2017 – come anche Molino, Altolia, Briga, Pezzolo, gli altri villaggi messi in sicurezza dopo l’alluvione – dopo aver vissuto una sofferenza così grande, ha la possibilità di diventare una delle più interessanti realtà di Messina.
I nuovi traguardi di riqualificazione sono almeno quattro e possono essere facilmente riassunti.
Anzitutto – come sottolineavano ieri Corrado Manganaro e il prof. Nicola Rizzo, direttore della Clinica ostetrica del Policlinico di Bologna, che spesso torna nella natia Giampilieri – «potrebbe essere bandito un concorso di idee per far realizzare ad importanti artisti sulle facciate di alcuni edifici lungo il Canale, non semplici murales ma affreschi di grande valore e richiamo, magari in stile pittorico trompe-l’oeil per rendere più affascinante la prospettiva visuale del cuore del borgo messo in sicurezza dai grandi canali». Un’idea certo interessante e sulla quale Regione e Comune dovrebbero riflettere.
Un altro elemento fondamentale di questo puzzle sarà l’auspicato utilizzo pubblico dell’edificio bianco, di proprietà del Comune, che affaccia sulla nuova piazza Pozzo. Potrebbe diventare la sede del Museo della Memoria del borgo collinare, fruibile dai visitatori in quella piazza che ne è il luogo simbolo da molti secoli, con il suo riferimento toponomastico all’antico pozzo pubblico cui, in un tempo lontano, gli animali da pascolo si abbeveravano.
Infine, devono essere compiuti quei due interventi di ristrutturazione, già finanziati con un finanziamento della Protezione civile nazionale, e con la raccolta di fondi compiuta dalla Camera in sinergia con la Curia e la Caritas. «Si tratta – ricorda Giovanni Fileti – della sistemazione della via Michelangelo Rizzo e della fondamentale riqualificazione e valorizzazione della piazza della nostra Chiesa Madre».
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