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Lorena, il colpevole dell’omicidio stradale ai domiciliari

Il gip definisce Forestieri un «killer stradale»

Il 33enne Gaetano Forestieri, condannato ad undici anni di reclusione con il rito abbreviato per omicidio stradale, per aver ucciso la ventitreenne studentessa universitaria di Capo d’Orlando Lorena Mangano, è agli arresti domiciliari. Lo ha deciso il gip del Tribunale di Messina accogliendo le richieste degli avvocati di Forestieri, e quindi revocando gli arresti e decidendo per la sua scarcerazione con la restrizione del braccialetto elettronico. Secondo il Giudice sono venute a mancare i presupposti di reiterazione del reato.

Intanto è già fissato il processo d’appello, che si terrà a Messina a partire dall’11 ottobre prossimo.

La scarcerazione è avvenuta il 23 dicembre scorso, due giorni dopo la sentenza di primo grado, ma solo in queste ore, dopo cinque mesi, la notizia si è diffusa ed è venuta a conoscenza della famiglia di Lorena.

«Sappiamo che il sistema è questo, dice Stefano, il fratello di Lorena, ma siamo arrabbiati, distrutti, ma come è possibile? Due giorni dopo una sentenza esemplare che è rimbalzata in tutta Italia e dopo che tutte le precedenti richieste di revoca degli arresti erano state respinte. Quante volte deve essere uccisa mia sorella?».

A Forestieri, il gip ha imposto come domicilio una struttura residenziale di recupero nel messinese. Come si ricorderà fu la notte del 26 giugno scorso che a Messina, all’incrocio tra la via Garibaldi e la via Torrente Trapani, Forestieri alla guida della sua Audi TT piombò addosso alla Panda guidata da Lorena, che in auto trasportava alcuni amici orlandini giunti a Messina alcune ore prima da Capo d’Orlando.

Lorena morì all’ospedale alcuni giorni dopo, mentre i suoi amici rimasero feriti. Per la Procura, che si avvalse di immagini riprese dal sistema di videosorveglianza della zona e da numerose testimonianze, Forestieri quella notte aveva ingaggiato una gara automobilistica con il suo amico, il pasticciere 24enne Giovanni Gugliandolo (poi condannato a 7 anni di reclusione) che era alla guida di una Fiat 500 Abarth e, proprio subito dopo il semaforo rosso che non aveva rispettato, piombò addosso a Lorena che rispettosa del segnale di via libera, con la sua Panda aveva iniziato la marcia.

La tragedia che si consumò a Messina fu il dramma di un’intera città a Capo d’Orlando, che per ore rimase col fiato sospeso aspettando notizie dall’ospedale.

Al reparto di Rianimazione del Policinico di Messina Lorena combattè contro la morte. Ma il suo cuore cessò di battere lasciando tutti in uno sconforto infinito. Lorena divenne così il simbolo nazionale della prevenzione e delle battaglie per la sicurezza stradale.

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