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Quando nel 2011 Accorinti sparava a zero...

Quando nel 2011 Accorinti sparava a zero...

Corsi e ricorsi della storia. Che dimostrano come sia molto più facile star fuori dai centri decisionali che non avere ruoli di responsabilità di cui dare conto, poi, alla cittadinanza.

Era il 2011: passava il Giro d’Italia a Messina. E l’attivista Renato Accorinti, con la sua divisa d’ordinanza (la maglietta “No al Ponte”, sostituita nel 2013 da quelle colorate “free Tibet”), scendeva in piazza e chiedeva ai messinesi di mobilitarsi. «Tutti in strada – era il suo appello ai microfoni delle tv locali –, perché così la stampa nazionale potrà sapere che Messina non è una città normale». Si scaldava, il pacifista Accorinti, tuonando contro l’amministrazione dell’epoca: «È uno scandalo che vengano colmate le buche e si intervenga sulle strade solo perché passa il Giro o arrivano il Papa e il presidente della Repubblica». Si scagliava contro le Ferrovie: «Stanno dismettendo tutto». E poi erano trascorsi solo due anni dalla tragedia di Giampilieri e, dunque, al centro dell’attenzione vi erano anche i temi del dissesto idrogeologico e dell’assistenza alle famiglie alluvionate.

Morale di questa favola? Caro Accorinti, cosa direbbe oggi se qualcuno mercoledì prossimo manifestasse perché alcune strade piene di buche sono state asfaltate solo in occasione del Giro?

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